Medicina
Il virus morderà a lungo, con umiltà e distanze avremo una vita (quasi) normale
E’ agosto: tempo di vacanze e relax dopo mesi durissimi per tutti. Il COVID purtroppo non è scomparso con l’estate, la pandemia evolve giornalmente e la guardia non può essere abbassata senza dare pericolosi vantaggi al virus. A sette mesi dalla chiusura del mercato di Wuhan i dati scientifici identificano alcune verità scomode che possono aiutarci a meglio navigare i prossimi difficili mesi.
La prima verità è che la pandemia sta accelerando a livello globale: i casi nel mondo sono cresciuti nelle ultime settimane fino quasi a toccare i 300,000 al giorno. Per dare un’idea, l’Italia ha registrato 250,000 casi in totale dall’inizio dell’epidemia a febbraio fino ad oggi. Trecentomila casi al giorno significano tre casi al secondo nel mondo, un aeroplano pieno di casi ogni minuto. La pandemia e’ davvero globale. Stati Uniti, Brasile, India, Russia e Sudafrica guidano la lista dei paesi con piu’ casi, ma non c’e’ paese al mondo che non sia colpito dal COVID e che non possa essere messo aulteriore rischio da questa accelerazione globale.
La seconda verità è che il COVID è una malattia ancora più pericolosa e subdola di quanto immaginassimo. I camion in fila nella notte di Bergamo hanno fatto capire agli Italiani e al mondo che il COVID non è una banale influenza. Ma se a marzo pensavamo che il virus potesse uccidere gli anziani e non avere conseguenze a lungo termine, oggi sappiamo che il virus puó uccidere anche i giovani e che puó dare delle serie conseguenze invalidanti a lungo termine per tutti. Il COVID colpisce i polmoni, ma anche il cuore, il cervello, i reni. Alcuni pazienti che hanno sofferto di polmonite cominciano ora a presentarsi con sintomi di fibrosi polmonare, una patologia grave che puó richiedere il trapianto di polmone. Altri pazienti, colpiti da trombi nel cervello legati al COVID, si ritrovano ora con difficoltà motorie o di articolazione della parola. Problemi cardiaci, soprattutto aritmie, sono ora riscontrate in pazienti prima “asintomatici”: le conseguenzeper i giovani possono essere la fine di ogni attività sportiva e una riduzione dell’aspettativa di vita.
La terza verita’ e’ che nonostante l’ eccezionale progresso scientifico degli ultimi mesi, ci vorra’ ancora tempo prima che un vaccino venga iniettato nelle nostre braccia, spruzzato nel nostro naso o somministrato in gocce nelle nostre bocche. Al momento ci sono quasi duecento vaccini sotto studio e una decina sono in fase avanzata di sperimentazione clinica: i dati preliminari che arrivano da alcuni studi sono incoraggianti, ma la strada per confermare efficacia e sicurezza è ancora lunga. È possibile che uno o più vaccini vengano approvati entro fine anno, ma è sicuro che le dosi disponibili inizialmente saranno molto poche rispetto ai bisogni della popolazione mondiale. Realisticamente è probabile che un vaccino si renda disponibile in larghe quantità solo nel 2021 e con una distribuzione che inizialmente dovrà prioritizzare personale sanitario e persone anziane.
Queste tre verita’, messe insieme, forniscono alcune certezzee indicazioni per il futuro prossimo e, forse, remoto. Il COVID restera’ con noi a lungo e dovremo conviverci, forse per anni. Un’attenta sorveglianza epidemiologica e la rapidarisposta per contenere i focolai attraverso test, isolamento dei casi e quarantena dei contatti saranno essenziali nei mesi a venire. Le misure individuali di difesa dal COVID dovranno diventare parte del nostro vivere quotidiano: il distanziamento fisico e le mascherine sono e saranno essenziali, particolarmente in ambienti chiusi. I giovani, diventati il volano dell’epidemia nel mondo, dovranno porre particolarmente attenzione al distanziamento: pub, discoteche, concerti rimangono luoghi ad altissimo rischio da evitare. Lo smart working dovrà continuare dovunque possibile; le scuole dovranno cercare di limitare il contatto tra studenti e prepararsi a chiusure inevitabili potenziando strumenti di insegnamento alternativi a distanza. L’impatto psicologico del COVID continuerà ad essere molto alto nelle famiglie italiane e adeguati investimenti per aiutare gli individui in difficolta’ psicologica devono essere prioritari.
A chi ribatterà che l’economia, non il COVID è il vero problema, bisogna ricordare che l’unico modo di far ripartire l’economia e’ contenere l’epidemia. L’Italia e gli Italiani stanno vivendo un’estate di semi-normalita’ grazie agli sforzi fatti, come singoli e come sistema paese, nei mesi precedenti. Altre realta’, come gli Stati Uniti e il Brasile stanno pagando un prezzo umano e economico altissimo a causa di superbia nei confronti della scienza e mancanza di rispetto delle sue indicazioni. E’ questo il tempo di essere umili di fronte a un piccolo virus piu’ grande di noi. È questo il tempo della responsabilità individuale e di un rinnovato impegno istituzionale per garantirci un autunno di semi-normalità.
Emanuele Capobianco è Direttore Salute, Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa
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