Medicina
Parma: la strage silenziosa dei Missionari Saveriani
Ieri mattina alle 9,36 a mia sorella medico che teneva contatti assidui con alcuni dei missionari di Parma è arrivato un messaggio su whatsapp di padre Gerardo Caglioni: ”Sono alla fine, diceva, ti ringrazio di tutto. Ciao con tutto il cuore”. Padre Gerardo se ne è andato alle 15,30. Aveva 73 anni.
Tutto è iniziato quindici giorni fa. Tra i primi a lasciare questa terra mio zio Nic. La sua storia l’ho raccontata qui.
Dopo di lui piano piano se ne sono andati altri 12, forse 14, forse 16. E se ne sono andati nel silenzio più totale. Il 19 marzo ho cercato di far arrivare al sindaco Pizzarotti un messaggio in cui chiedevo di aiutare quelle persone che erano rimaste ad aspettare la morte al quarto piano di via San Martino. Avevo saputo che dopo che ne erano morti un paio, avevano intuito e si erano chiusi dentro per non infettare gli altri degli altri piani e gli studenti che risiedono in un’altra palazzina.
Non ho avuto risposta. Non so neanche se lo ha letto. Ma ormai serve a poco.
Prima di padre Gerardo “hanno lasciato questa vita terrena”, come annunciano loro a ogni dipartita: padre Luigi Masseroni, padre Giuseppe Scintu, padre Gugliemo Saderi, padre Giuseppe Rizzi, padre Piermario Tassi, padre Vittorio Ferrari, padre Enrico Di Nicolò, padre Corrado Stradiotto, Pilade Giuseppe Rossini, padre Nicola Masi, mio zio e altri che ancora non sappiamo. Tutte persone queste che hanno dedicato gran parte della loro esistenza nelle zone più povere del pianeta. E tra gli ultimi.
Per loro, perlopiù anziani che vivevano lì è bastato un contatto esterno. E non c’è stato scampo.
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