Benessere
Sanità italiana seconda in Europa, secondo Bloomberg
La classifica di Bloomberg produce l’Efficiency Score, composto per il 60% dall’aspettativa di vita alla nascita, ossia un indicatore che riflette i pattern di mortalità per tutta la popolazione in vita nell’anno considerato; per il 30% dalla Spesa Relativa in Sanità, ossia la percentuale del PIL spesa per la Salute (includendo servizi curativi e preventivi, pianificazione familiare, servizi di emergenza e – non ben specificate – attività nutrizionali); e per il restante 10% dalla Spesa Assoluta in Sanità, ovvero la spesa pro capite, relativa alla salute, espressa in dollari.
I dati utilizzati per questa elaborazione sono relativi al 2013 (ad eccezione di Honk Kong e Singapore, per i quali sono stati usati i dati relativi al 2012): questo, ad esempio, ci impedisce di valutare l’impatto sulla salute degli avvenimenti o delle crisi più recenti (ad esempio in Venezuela).
In Europa, prima di noi, solo la Spagna, che presenta sia costi ridotti, sia un’aspettativa di vita alla nascita più elevata.
Non sono presenti altri paesi europei nelle prime dieci posizioni: la Svizzera si trova, infatti, in un’ironica 11esima posizione!
Vale la pena considerare che la percentuale di spesa relativa alla Sanità in Italia non è maggiore a quella di importanti stati europei come Regno Unito, Francia e Germania: per tutti questi paesi, la spesa si attesta a oltre il 9% del PIL.
Bloomberg riporta anche la posizione nella graduatoria relativa all’anno 2008, e questo fornisce ulteriori informazioni: l’Italia ha perso una posizione, mentre la Spagna ne ha guadagnate ben 4.
Tra i Paesi che hanno registrato performance molto positive si trovano il Regno Unito e la Polonia – 8 posizioni – e il Portogallo e la Romania, con 5.
Sorprendentemente, non è la Grecia, 7 punti, ad aver perso maggior terreno: il Belgio cala di ben 10 posizioni, mentre l’Austria di 8.
Al di fuori dell’Europa, sorprende la bassa posizione in classifica degli USA (50esima su 55), che pagano lo scotto di prestazioni con costi molto elevati e di abitudini di vita non salutari: rispetto al 2008 si sono perse 2 posizioni.
Il Venezuela guadagna 8 posizioni, il Perù 6.
Notevole la performance di Cuba, che guadagna addirittura 13 posizioni e presenta un’aspettativa di vita a livelli “europei”.
Registra un lieve calo anche il Giappone, che perde 4 posizioni.
In conclusione, pur considerando che l’indice di aspettativa di vita alla nascita non ci parla di per sé della qualità della vita che si conduce, la classifica di Bloomberg fornisce dati interessanti e di forte stimolo per i policymaker nazionali.
Per chi volesse, ecco l’articolo di Bloomberg, completo di interessanti infografiche, da cui sono stati tratti la tabella e il grafico presenti in questo articolo.
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