Benessere

Rapporto Censis: l’Italia invecchia, tra timori di guerre e disastri climatici

1 Dicembre 2023

Solo una coppia su quattro nel 2040 avrà figli. Tra le angosce più frequenti che frenano il desiderio di metter su famiglia, la disfatta economica e un nuovo conflitto mondiale

 

Il quadro che emerge dal 57 esimo rapporto stilato dal CENSIS , è estremamente preoccupante per il futuro del nostro Paese.
Sostanzialmente i dati diffusi a firma dell’istituto parlano di “alcuni processi economici e sociali largamente prevedibili nei loro effetti che sembrano rimossi dall’agenda collettiva del paese, o comunque sottovalutati, benché il loro impatto sarà dirompente per la tenuta del sistema”. Tra le questioni più allarmanti, risulta esservi certamente, il tema legato al calo demografico ormai cronico, con il conseguente invecchiamento costante della popolazione. Basti pensare che, nel 2050, ovvero tra meno di un trentennio, in Italia, vi saranno 4,5 milioni di residenti in meno, pari ad una potenziale cancellazione di due grandi metropoli come Milano e Roma.

L’ enorme deficit di nascite, corrisponderà ad una contestuale diminuzione di 9,1 milioni di persone con una età inferiore ai 65 anni e di un rispettivo incremento, invece, di 4,6 milioni di ultrasessantacinquenni che faranno decrescere anche la fascia di italiani idonei a lavorare di quasi 8 milioni.

Ancora, nel 2040, solo una coppia su quattro farà figli, e questo starà a significare che i nuclei composti da unica persona aumenteranno fino a 9,7 milioni, cioè il 37% del totale. Tra queste, quelle costituite da anziani, sfioreranno il 60% , pari a 5,6 milioni.

Un malcontento di fatto che si nutre di rassegnazione. Infatti, 8 italiani su 10 credono che il nostro Paese sia “irrimediabilmente in declino“. Ed i timori per il futuro si fanno sempre più strada: l’84%  si dichiara impaurito a causa dell’emergenza climatica e delle possibili calamità naturali sempre più frequenti ed imprevedibili; ancora, il 73%, si lascia frenare dall’ipotesi di un declino economico e sociale, con indici di violenza e indigenza fuori controllo. E, sei su dieci, temono che possa divampare un conflitto mondiale, con oltre la metà che ritiene che non saremmo capaci di sventare possibili attacchi di matrice terroristica islamica.

Ad ogni modo, a mutare sono anche i desideri più concreti della popolazione che non appare più orientata solo alla caccia sfrenata della ricchezza, quanto al raggiungimento di un tenore di vita stabile e soddisfacente.

62 italiani su 100, si premura di ritagliare parentesi di relax per il proprio benessere psicofisico, dedicandosi con interesse agli hobby e passioni personali. Oltre l’80%, riferisce di essere molto vigile a non farsi sopraffare dallo stress e ad investire nella qualità delle relazioni di natura personale. Oggi, per 9 occupati su dieci, non è più imprescindibile posizionare il lavoro al primo ed esclusivo posto nella propria vita. Ma, l’occupazione, da gennaio a giugno 2023, ha fatto registrare un fase positiva, iniziata già nel 2021, ed in via di consolidamento. Sono 23,4 milioni coloro che ricoprono un incarico lavorativo nel primo semestre di quest’anno, sebbene molto si debba ancora fare per colmare il gap europeo.

Infine, per ciò che attiene al fronte dei diritti, il 74% si professa favorevole all’eutanasia, e 7 italiani su 10, approvano il processo di adozione dei single; il 54% anche da parte di coppie omosessuali. A tal proposito, Il 65% si dice d’accordo con il matrimonio tra persone dello stesso sesso ed il 72% anche all’introduzione dello ius soli, con il 76% che si schiera in difesa dello ius culturae.

A tutto questo, però, occorre, sommare anche la parte di popolazione che decide di tentare l’esperienza all’estero alla ricerca di condizioni di vita migliori. Vedi l’ aumento di 1,6 milioni di persone nell’ultimo decennio, pari al 36%. Nell’ultimo anno, vi sono stati 82mila espatriati. Di questi, il 44% (oltre 36 mila) hanno tra i 18 e i 34 anni.

Nel 2021, il 45% dei laureati ha spiccato il volo verso altri Paesi, Un incremento importante rispetto ai dati del 2018 che erano del 33%.

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