Benessere

La stigmatizzazione della depressione va in diretta al Grande Fratello Vip

1 Ottobre 2022

Marco Bellavia si è ritirato dal Grande Fratello Vip, il reality show condotto da Alfonso Signorini. Bellavia, ex conduttore del programma televisivo Bim Bum Bam, ha deciso di abbandonare il gioco e quindi la casa dopo aver apertamente parlato del “dolore mentale”.

Il televoto, che vedeva coinvolti i concorrenti Giaele De Donà, Marco Bellavia e Giovanni Ciacci è stato pertanto annullato. A dare l’annuncio è stato l’account Twitter ufficiale del reality di Canale 5.

https://twitter.com/GFVIP_Official/status/1576241248956186624

 

Bellavia, 57 anni, in questi giorni ha raccontato di soffrire di depressione, ha avuto crisi di pianto e svelato di voler portare all’attenzione del grande pubblico un problema che riguarda tantissime persone ma che è ancora un tabù, un argomento scomodo, che fa paura e forse in tv troppa poca audience.

L’uomo, non solo non è riuscito a guadagnarsi l’ascolto e la comprensione dei colleghi e compagni di reality ma è stato accusato di essere falso. I compagni di gioco lo hanno deriso e attaccato, tanto che l’opinionista Sonia Bruganelli aveva descritto gli altri concorrenti come “un vero branco che tenta di mangiarlo”.

«È vero che non sto bene e che fuori avevo mio figlio come punto di riferimento. Però starei qui ancora volentieri. Conto di riuscire ad andare avanti, se mi date una mano. Perché se una persona ha bisogno e gli altri 22 la aiutano, ce la farà. Da solo non ce la fa», aveva detto in diretta l’uomo giovedì sera, venendo subito dopo messo a tacere.

Che l’ex conduttore abbia inscenato un disturbo mentale o meno, che fosse adeguato o meno come concorrente date le sue condizioni di salute, non è comunque il punto. Non il nostro almeno. Il punto è che alla salute mentale viene dedicato pochissimo spazio, anche in un programma televisivo che fa delle personalità e delle vite dei concorrenti il proprio motore, la propria ragione di esistere. Non solo, viene trattata come qualcosa della quale forse è pericoloso parlare.

Se da un lato infatti è stato dato spazio alla malattia oncologica della concorrente Carolina Marconi e soprattutto alla sieropositività di Giovanni Ciacci, con tanto di discorso sulla sensibilizzazione e il superamento dello stigma per gli affetti da HIV, dall’altro, proprio nell’ultima puntata andata in onda, è stato censurato il discorso di Bellavia. Sono state censurate anche le inaccettabili frasi e reazioni degli altri concorrenti al riguardo, riducendo il problema dell’uomo a un qualcosa da verificare dopo “perché noi abbiamo un sacco di professionisti psicologi che lavorano per noi”.

Ne riportiamo qualcuna.

  • Si merita di essere bullizzato;
  • sei la causa dei tuoi mali;
  • se hai dei problemi stai a casa tua figlio mio. Cioè se hai dei problemi psicologici non vieni al Grande Fratello Vip;
  • Te ne stai a casa e basta. Qui non guarisci, qui impazzisci. Non è che qui vieni a fare psicanalisi
  • questo è fuori, è proprio scemo, non ignorante, che è peggio. Eh no dai, stai lì e vai alla neurodeliri;
  • sei patetico;
  • cosa siamo degli psicanalisti? Vai in ospedale;
  • ma non può entrare con gli psicofarmaci qua dentro ma siamo pazzi? (detto da un sieropositivo, ndr).

L’Italia da più di vent’anni non investe una quota adeguata del suo budget sanitario per la salute mentale. Mancano i medici, in particolare gli psichiatri, i neuropsichiatri. Un problema non meno importante però è la mancanza di consapevolezza e conoscenza della salute mentale a livello pubblico che è trasversale alla popolazione. Il problema è drammaticamente culturale eppure i disturbi mentale colpiscono bambini, adolescenti, adulti, ricchi, poveri.

Sorveglianza PASSI – ISS

Intorno alla salute mentale vivono ancora credenze, miti, paure. Il risultato è la continua stigmatizzazione di un problema che invece è ampiamente diffuso, portando i malati a non ricorrere alle cure, a nascondersi e isolarsi. Le persone che soffrono di disturbi mentali sono esposte quattro volte di più all’aggressione altrui, eppure molti pensano che siano più pericolose perché questi disturbi vengono sminuiti e se ne parla solo quando succedono gravissimi fatti di cronaca alimentando lo stigma che il disturbo mentale appartenga a persone violente. Oppure ai falliti, a quelli che non hanno un carattere abbastanza deciso e forte “per stare al mondo” ed essere performanti.

Qualcuno ancora oggi prova vergogna a rivolgersi a uno psichiatra, ad ammettere che lo frequenta, che è in terapia dallo psicologo. Ancora più difficile per altri è accettare di seguire una terapia farmacologica e raccontare di seguirla. C’è chi ha bisogno degli antivirali e chi degli psicofarmaci ma intorno agli psicofarmaci c’è un timore assolutamente ingiustificato.

La storia e l’esperienza di Bellavia, vera o falsa che sia, poteva essere l’occasione per porre l’attenzione su un tema sociale e sanitario importantissimo che riguarda quasi tre milioni di italiani e con la pandemia ha raggiunto dimensioni epocali. La speranza poteva essere quella di arrivare ad un pubblico ampio che non ha del tutto consapevolezza del problema. Signorini, con la collaborazione dei “suoi” autori, perlomeno durante la diretta di giovedì si è dimostrato inadeguato nell’affrontare un tema che merita rispetto e attenzione come tutti quelli che riguardano la vita e la salute delle persone. Qui non ci stupiamo ma ci ricordiamo una volta di più che la strada da percorrere è lunga. Troppo lunga.

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