Benessere
Mantova, inquinata con più ciclabili che ciclisti è Regina Verde d’Italia
Al centro dell’attenzione perché nel cuore di una delle aree più inquinate d’Italia, ancora troppo poco educata alla mobilità alternativa all’auto, Mantova conquista il primo posto nello studio Ecosistema urbano di Legambiente e Ambiente Italia sulla salute dei capoluoghi di provincia italiani. Un confronto fra città sulla base di indicatori rimasti immutati in un quadro che ha anche nuovi parametri di valutazione e premia anche le reazioni ai problemi specifici dei vari territori, con molti comuni denominatori. I 16 indicatori di Ecosistema Urbano corrispondono ad un totale di circa 30mila dati originali raccolti e permettono di valutare i fattori di pressione e qualità delle componenti ambientali, ma altrettanto la capacità di risposta e di gestione ambientale delle amministrazioni comunali. Il risultato di Mantova, prima in classifica dal lontano 2006, ora la posiziona subito prima di Trento, Bolzano e Parma, e per certi versi può apparire un dato contraddittorio. Tuttavia, letto in prospettiva, non lo è: la città virgiliana a piccoli passi sta provando ad uscire dal torpore, indecisa tra la possibilità di vivere comode distanze con mezzi sostenibili e una cultura ancora poco ambientalista nelle scelte pratiche, nonostante sia circondata da acqua e aree protette. Le vecchie abitudini attorno a gestione di rifiuti, recupero e gestione acque, scarso utilizzo dei mezzi pubblici sono problemi comuni a molte città e sono sfide aperte per tutte le amministrazioni. A Mantova queste criticità si mescolano ai numeri delle polveri sottili – nella classifica la città resta 84ma su 104 aree urbane, risultato davvero poco confortante – e scuotono il tessuto sociale che preme per cercare alternative utili e correre ai ripari. Mantova è solo 94ma per depurazione delle acque e 79ma per utilizzo dell’energia solare, ma è ai primissimi posti per aree pedonali, piste ciclabili, raccolta differenziata, controllo dei livelli di biossido di azoto, verde urbano e domanda di trasporto pubblico, aiutata anche dalla recente introduzione di navette a servizio di cittadini e turisti collegate con i parcheggi scambiatori. L’amministrazione cittadina, che del rapporto tra salute e ambiente aveva già fatto un punto prioritario in campagna elettorale, risponde senza abbassare la guardia. Con lo studio di un nuovo piano di mobilità sostenibile che studia accuratamente anche le abitudini delle famiglie che accompagnano i figli a scuola, con qualche nuova ciclabile – costruita tra le polemiche per i disagi temporanei al traffico – o ancora studiando migliorie che possano incentivare ulteriormente la già alta accuratezza nella differenziazione dei rifiuti porta a porta, per garantire il decoro e l’igiene urbana specialmente del centro storico (l’utilizzo dei sacchetti è trasversalmente criticato) e per dare maggior libertà di conferimento dei rifiuti. Nel frattempo fra i mantovani cresce anche la richiesta di bici elettriche, in linea con un boom di vendite registrato su tutto il territorio nazionale, e senza incentivi. Dal 2015 al 2016 le e-bike acquistate nel nostro Paese sono passate da 56.200 a 124.400, il 121,3% in più. Importante sottolineare che il punteggio finale nella classifica viene assegnato definendo un peso per ciascun indicatore che varia tra 3 e 15 punti, per un totale di 100 punti. La mobilità rappresenta il 30% complessivo, seguita da aria e rifiuti (20%), acqua (15%), ambiente urbano (10%) ed energia (5%). Un punteggio addizionale va alle città che si contraddistinguono per politiche innovative, gestione efficiente delle risorse e risultati raggiunti in quattro diversi ambiti: recupero e gestione acque, gestione rifiuti, efficienza di gestione del trasporto pubblico, modal share. Il bonus assegnato è pari a un terzo del peso complessivo dell’indicatore che si riferisce all’area tematica identificata.
Qui trovate la ricerca completa e la comparazione con i dati 2016.
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