Benessere
Intervista a Marco Papalino, ideatore dell’evento #benESSERE
di Alessandra Savino
La lotta allo stigma, ovvero contro i pregiudizi nei confronti di chi soffre di disturbi e malattie mentali è ancora una battaglia in corso. Fortunatamente ogni anno numerosi eventi ed iniziative di sensibilizzazione al tema hanno luogo, soprattutto nel mese di maggio, dedicato alla sensibilizzazione verso tematiche incentrate sulla Salute Mentale. Tra questi merita attenzione la seconda edizione di #benESSERE ospitata lo scorso 28 maggio dal Museo Civico di Bari. Dopo il grande successo e l’interesse riscontrato dall’iniziativa proposta a novembre 2022, #benESSERE è tronato a coinvolgere specialisti e professionisti del settore nel cuore del capoluogo pugliese. Si tratta di un interessante evento ideato, organizzato e promosso dal dottor Marco Papalino medico psichiatra e psicoterapeuta barese. Da sempre interessato alla ricerca scientifica nell’ambito delle neuroscienze con partecipazione a diverse pubblicazioni su riviste internazionali, il dottor Papalino lavora in un Centro di Salute Mentale e opera in libera professione in diversi centri di Bari e provincia. In questa intervista ha raccontato nel dettaglio il suo progetto con uno sguardo agli sviluppi futuri.
Poco più di un mese fa si è svolta la seconda edizione di #benESSERE, l’evento che ha ideato e organizzato lo scorso anno e riproposto anche per il 2023. Come nasce il progetto e come si è evoluto in questa seconda edizione?
L’idea di #benESSERE nasce dalla voglia di creare un evento incentrato sul confronto e sulla divulgazione di temi inerenti la Salute Mentale e la lotta allo stigma che ancora si avverte rispetto a queste tematiche. Per tale ragione, ho pensato che fosse necessario portare la Salute Mentale al centro della città di Bari, nel suo Museo Civico, e trattare argomenti che, come si evince dai feedback e dalle storie che quotidianamente ascolto nella mia pratica clinica, ritengo siano ancora oggetto di paura e discriminazione. La prima edizione nasceva come un racconto corale in cui, con altre professioniste psicologhe, si è dato vita ad un dibattito incentrato proprio sullo stigma legato a talune diagnosi, sul momento di crisi e sulle strategie di resilienza nonché sui miti e i timori legati ai trattamenti farmacologici. Ad arricchire questo primo evento, in un’ottica di benessere a 360 gradi, due professioniste del mondo digitale hanno condiviso la propria esperienza sottolineando l’importanza del prendersi cura di sé a partire dal proprio corpo nonché rispetto al proprio benessere digitale. La risposta del pubblico in questa prima occasione è stata così positiva e partecipata che nell’ultima edizione, appena conclusa, l’esperienza di #benESSERE si è fatta ancora più pratica con workshop incentrati sulla gestione dello stress e il controllo delle emozioni nonché lezioni del “Buon Umore” dedicate alla consapevolezza del proprio corpo.
La scelta di un museo come location che potesse ospitare l’evento non è stata casuale, vero?
Ho voluto fortemente che i temi trattati uscissero dai luoghi canonici di discussione per portarsi nel cuore della città vecchia, a contatto diretto con i cittadini, presso il Museo Civico di Bari che nelle prime due edizioni si è confermato essere una location perfetta! Per quanto quella odierna possa apparire come una società iperconnessa e sempre pronta alla condivisione, penso, ad esempio, alle tante stories sui social pubblicate quasi in tempo reale o alla grande quantità di file multimediali inoltrati attraverso le app di messaggistica, d’altro canto quando si tratta di emozioni, paure, pensieri etc. facciamo molta più fatica ad esternarli per timore del giudizio e della discriminazione. Proprio per questo questo, il Museo Civico di Bari, si è rivelato essere una location inusuale ma decisamente perfetta per raggiungere i cittadini e vincere i loro timori potendosi sentire all’interno di un ambiente positivo, stimolante e accogliente.
Quanto e in che modo ritiene che la cultura e l’arte possano avere effetti positivi sulla Salute Mentale e svolgere un ruolo nell’ambito della lotta allo stigma?
L’arte e la cultura hanno da sempre svolto un ruolo fondamentale nel diffondere benessere. Sin dai tempi antichi, infatti, si riconosceva all’arte – in tutte le sue sfaccettature – un potere terapeutico in grado di canalizzare le emozioni, dare sollievo alle proprie tensioni emotive, rielaborare i propri vissuti anche attraverso l’immedesimazione nell’altro, nelle sue vicende, nelle sue tragedie etc. Ancora oggi, arteterapia, musicoterapia o teatroterapia rappresentato pratiche comuni e strumenti terapeutici complementari ed efficaci. In occasione dell’#InternationalMuseumDay del 2023 è stato, inoltre, dichiarato che “I musei contribuiscono in modo determinante al benessere e allo sviluppo sostenibile delle nostre comunità”. E’ proprio per questo che, al termine dei workshop e dei momenti di confronto previsti nell’ambito di #benESSERE, i partecipanti hanno avuto la possibilità di effettuare una visita guidata all’interno del Museo, tenendo fede al claim dell’evento: “#abbi cura del tuo benessere”…a 360 gradi!
Nell’ambito del progetto #benESSERE ha scelto di dare spazio alla riflessione sia sul benessere mentale che fisico: in che modo queste due dimensioni sono correlate e si influenzano a vicenda?
Mente e corpo rappresentano due elementi di una stessa sostanza. E’ nell’esperienza comune e quotidiana che di fronte ad eventi di una certa portata emotiva (una nascita, un lutto, un colloquio di lavoro, un esame etc.) molta parte di quelle emozioni che possiamo provare vengano espresse anche attraverso il corpo che da segno di sé e che spesso è il primo veicolo attraverso cui tali emozioni si manifestano. Così come il nostro “mondo emotivo” può influenzare il corpo (es. aumento del battito cardiaco, maggiore sudorazione, aumento della temperatura corporee etc.) è vero anche l’inverso, ovvero anche il corpo può avere un impatto sul nostro mondo emotivo anche a partire dalla postura che possiamo assumere in un dato momento e che può farci sentire più sicuri e decisi cosi come più indifesi e timidi.
Durante la seconda edizione dell’evento che risposta c’è stata da parte del pubblico? Cosa vi aspettavate e cosa è stato ottenuto?
La seconda edizione di #benESSERE è stata pensata come una prosecuzione di quell’onda positiva e partecipata che è stato il primo evento, solo con un taglio più pratico. Il secondo incontro, infatti, si è rappresentato come un percorso volto ad una maggiore cura del sé attraverso la presa di consapevolezza sia delle proprie emozioni che del proprio corpo. Eventi che si basano sulla partecipazione attiva del pubblico rappresentano sempre una scommessa in cui il coinvolgimento dell’audience e la condivisione di esperienze diventano fondamentali alla riuscita dell’evento stesso. In tal senso, credo che entrambe le edizioni #benESSERE siano riuscite nell’intento di creare un clima sereno e accogliente che ha permesso di vincere le paure e i timori e creare una discussione attiva e partecipata.
Immaginiamo una nuova edizione di #benESSERE: quali altri obiettivi le piacerebbe raggiungere per il futuro?
L’onda di #benESSERE non andrà ad esaurirsi con questi primi eventi. Quando ti rendi conto dell’effetto e dell’affetto ricevuto dai partecipanti capisci che di momenti come questi c’è davvero bisogno e sicuramente mi piacerebbe rispondere a questa necessità realizzando nuove occasioni di incontro. Nell’idea che ho di #benESSERE per il futuro c’è sicuramente la necessità di mantenere il format originale, in termini di sensibilizzazione alla lotta allo stigma sulle tematiche relative la Salute Mentale all’interno di luoghi accoglienti e facilmente accessibili a tutta la comunità, provando a spaziare, però, tra temi e argomenti riguardanti il benessere in tutte le sue forme. Tra le tematiche che mi piacerebbe mettere in campo, infatti, ci sarà sicuramente un ulteriore approfondimento sul benessere Digitale e l’importanza per le nuove generazioni di un giusto utilizzo degli strumenti di comunicazione, passando attraverso temi riguardanti la comunicazione, le relazioni, l’alimentazione o il benessere sessuale.
Pensa che potrebbe diventare un format itinerante da esportare in tutta Italia in modo da diffondere il più possibile la riflessione sulle tematiche attorno a cui ruota #benESSERE? Se sei in quali location, magari culturali, le piacerebbe organizzarlo?
Siamo partiti da Bari, la mia città, dove ho trovato un ambiente aperto a queste sfide e occasioni di riflessioni; è indubbio, però, che mi piacerebbe tanto riuscire a portare #benESSERE anche al di fuori dei confini della mia regione nonché riuscire a portare le tematiche della Salute Mentale in luoghi di cultura, comprese le scuole, rispondendo alla necessità di fornire supporto alle nuove generazioni nelle sfide quotidiane.
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