Benessere
In aumento i reati di Zoomafia in Italia. Gravi crimini contro gli animali
La LAV (Lega Anti Vivisezione) ha recentemente pubblicato un dossier riguardante i reati riconducibili alla cosiddetta Zoomafia, che evidenza una situazione in costante peggioramento nel nostro Paese.
In Italia, infatti, vengono registrati in aumento i numeri ascrivibili a reati contro gli animali.
Diverse le fattispecie criminose più frequenti come i combattimenti clandestini tra animali, o le procedure di macellazione illegali, o ancora i canili che divengono vere e proprie strutture di tortura.
Dal suddetto report della LAV, a cura del criminologo e responsabile dello stesso Osservatorio Zoomafia, il dottor Ciro Troiano, i dati che emergono, inquadrano il fenomeno del maltrattamento ai danni degli animali come in continua espansione e con caratteristiche di crudeltà e mancanza di coscienza etica sempre più radicate tra la popolazione italiana.
I reati più ricorrenti contro gli animali
Così come registrato nell’approfondimento della LAV del 2021, anche per quest’anno, il reato più volte perpetrato risulta essere l’uccisione degli animali. A seguire il reato di maltrattamento, perseguito dal nostro codice penale di cui all’art. 544 ter, per un totale di 2318 procedimenti, ovvero una percentuale del 30,83% dei procedimenti registrati ; e ancora 1383 indagati per reati venatori, di cui all’art. 30 L.157/92, per un ammontare di 1188 procedimenti (tra cui 885 noti e 303 con autore ignoto), ossia il 15,80% dei procedimenti analizzati. Inoltre, 1046 persone indagate per abbandono o detenzione di animali in condizione di incompatibilità con la loro natura, di cui all’art. 727 c.p., per un totale di 940 procedimenti, corrispondente ad una percentuale del 12,50%.
Sono ben 750 gli indagati, invece, per uccisione di animali altrui (art.638) con 388 procedimenti ( 71 contro persone note e 317 a carico di sconosciuti), per una percentuale del 5,16% .
86 gli indagati per traffico di cuccioli, art. 4 L. 201/10, per un totale di 38 procedimenti, pari allo 0,50% dei procedimenti inerenti reati contro animali. Ulteriori 67 indagati per organizzazione di combattimenti tra animali e organizzazione di competizioni illegali, ai sensi dell’art. 544 quinquies c.p. , con 12 procedimenti, pari allo 0,15%. Oltre 130 le persone indagate per aver organizzato corse tra cavalli non autorizzate, corrispondente allo 0,11% della cifra totale di tutti i reati commessi ai danni di animali, dei quali si è avuta registrazione.
Quello che appare come l’aspetto maggiormente inquietante è la cadenza con cui si verificano episodi di vile crudeltà nei confronti dei nostri amici animali, ossia uno ogni 55 minuti con una media di 14 indagati giornalieri, stando ai fascicoli resi noti da 105 Procure della Repubblica operanti in tutta la Penisola per l’anno 2021.
Vi un substrato di indicibile cattiveria sommerso, che riguarda i crimini compiuti in danno degli animali che non vengono registrati e che si consumano nella più raccapricciante indifferenza di chi osserva, ne è al corrente e presta anche il suo assenso tacito.
La mappa regione per regione di Zoomafia
Ad attestarsi come la Procura più intensamente coinvolta nella annotazione di notizie di reato per crimini contro gli animali, si riconferma quella di Brescia ( nota zona di bracconaggio e reati connessi ai danni di flora e fauna selvatica). Poi troviamo, Bergamo, Verona, Vicenza, Como, Napoli, Firenze, Roma, Ravenna, Genova, Treviso, Oristano ed Arezzo.
Attraverso una mappatura dettagliata delle aree geografiche in cui il fenomeno criminale di Zoomafia è più incisivo, si possono adottare anche per il futuro misure di prevenzione e repressione di simili espressioni di assoluta illegalità.
Un contributo imponente al dilagare dei traffici illeciti di animali, sicuramente, è rappresentato dal giro di affari che gravita intorno al commercio dei cani di razza, dai canili e dalle corse clandestine dei cavalli. Senza contare i profitti che vengono ricavati ingentemente dalla vendita di animali esotici e cuccioli via web.
“Una nostra recente inchiesta ha dimostrato che solo il 38% degli annunci Internet relativi ad animali in CITES o protetti faceva riferimento all’esistenza di documentazione comprovante la regolarità del possesso, della vendita, o dell’allevamento, mentre per il restante 62%, non vi era nessun cenno alla documentazione, sostiene Troiano.
Internet si riconferma essere anche lo strumento attraverso il quale condividere immagini e video violenti di maltrattamenti animali. Molte le indagini su minori, responsabili o coinvolti in crimini di zoomafia. Dal tagliare la coda a un cane o bruciare vivo un gatto. Azioni a dir poco diaboliche.
I “valori” di riferimento sono l’esaltazione della forza, la mascolinità, il disprezzo del pericolo, il potere dei “soldi”. In questa dimensione valoriale, le corse clandestine di cavalli o i combattimenti tra cani trovano
una facile collocazione. I bambini e gli adolescenti coinvolti vengono proiettati in un mondo adulto, “virile”, dove la sicurezza individuale e la personalità si forgiano con la forza, con l’abitudine all’illegalità, con la disumanizzazione emotiva“, sono le parole del responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV, il dottor. Ciro Troiano.
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