Benessere
Il burden of disease del disagio mentale potrebbe aumentare nei prossimi 12 mesi
È stata pubblicata sugli Annals of General Psychiatry la ricerca italiana condotta su 1281 medici italiani di varie specialità che hanno riferito l’impatto della pandemia sulla salute mentale di pazienti e soggetti sani. La ricerca fa parte di un ampio progetto multidisciplinare, intitolato “Serendipity – Osservare e scoprire la nuova realtà tra pandemia e sindemia”, realizzato grazie al contributo non condizionante di Viatris.
L’indagine, condotta tra novembre 2021 e febbraio 2022, ha coinvolto 1.281 clinici tra cui psichiatri, neuropsichiatri, neurologi, geriatri, medici di medicina generale e pediatri. I medici sono stati chiamati a rispondere a un questionario online. Quel che è emerso è che l’81,2 percento degli specialisti ha visto aumentare il disagio psichico tra i pazienti, con una dominanza del sesso femminile (63,6 percento). Il 75,3 percento di coloro che avevano un disturbo preesistente ha subito un peggioramento delle condizioni di salute e ha dovuto fare i conti anche con numerose comorbidità: si sono infatti presentate anoressia, bulimia, disturbi di panico e fobie. Minore incidenza invece si è avuta per l’uso di sostanze.
Più protetti gli anziani over 65: solo il 7,4 percento ha chiesto un aiuto o ha visto peggiorare la propria salute mentale, probabilmente a causa della protezione offerta sin dall’inizio come soggetti più a rischio e con fragilità.
«Isolamento prolungato, incertezza, interruzione delle relazioni sociali, stress, hanno avuto un impatto negativo sulla salute mentale degli italiani come nelle popolazioni di tutto il mondo» – hanno commentato gli autori del lavoro. «Depressione, ansia e stress sono stati i problemi segnalati più spesso nella prima ondata, ma non sono mancati peggioramenti dell’umore ed episodi di panico e fobie negli ultimi due anni. Va ricordato anche che l’Italia è stato uno dei primi paesi occidentali ad essere colpito e che le persone hanno dovuto affrontare sfide senza precedenti con oscillazioni emotive che sono andate dalla speranza alla delusione, dalla preoccupazione per sé e i propri casi ad oggettive difficoltà economiche e lavorative. Uno tsunami emotivo prolungato che ha messo alla prova la tenuta psicologica degli italiani».
In tutto il mondo, nel 33 percento la popolazione è stata colpita da ansia e nel 28 percento da depressione. In Cina, ad esempio, tra il 7 e il 58 percento della popolazione non contagiata ha sperimentato disagio fisico o psicologico con disturbi d’ansia o dell’umore, insonnia, preoccupazione, fobie e sintomi fisici. D’altro canto, la letteratura ha rivelato che anche alle precedenti epidemie come la SARS nel 2003 e l’influenza H1N1 del 2010 si sono accompagnati pesanti carichi psichici sino allo sviluppo di attacchi di panico. Lo stress emotivo è stato correlato al senso di incertezza, le quarantene, la mancanza di un trattamento efficace. Interessante notare il ruolo negativo delle fake news: disinformazione e false informazioni sui vaccini circolate sui social media sono risultati correlati a maggiore carico psicologico nella popolazione dei giovani e delle donne: circa l’82 percento dei soggetti più esposti ai messaggi dei social hanno mostrato livelli più elevati di ansia e depressione.
La ricerca aveva lo scopo di indagare l’efficacia delle strategie a supporto messe in atto, al fine di individuare modelli organizzativi efficaci per il futuro. A questo proposito l’OMS ha sottolineato l’importanza di rafforzare il ruolo dell’assistenza primaria con una pianificazione atta a promuovere la salute per tutti i cittadini. In particolare appare strategico il ruolo del MMG nell’intercettare i segnali di disagio e attivare azioni sinergiche con gli attori interessati con una azione di governance a livello regionale così come previsto dal Piano Nazionale per la Prevenzione (PNP).
«Nel momento in cui non è stato più possibile ricorrere a visite in presenza, sono state attivate nuove risorse come le videochiamate e/o la psicoterapia a distanza a cui sono afferiti sia pazienti con pregresse diagnosi di disagio o patologia conclamata che pazienti sani (alla loro prima visita): siamo andati dal garantire le visite con l’adozione di protezione individuale e ambientale all’incremento sia dei contatti che della reperibilità personale e telefonica e psicoterapia da remoto». La pandemia ha dato un impulso alla telemedicina in psichiatria e psicologia sia in acuto che per eseguire controlli farmacologici e follow up.
Interrogati su “cosa ci attende nel futuro”, i 1.281 specialisti ritengono necessario non distogliere l’attenzione: il burden of disease del disagio mentale potrebbe aumentare nei prossimi 12/24 mesi sia con un aumento delle malattie legate allo stress che con un peggioramento delle condizioni cliniche di quelli già diagnosticati. Nonostante ciò, è stata osservata una discreta capacità di fronteggiare gli eventi negativi e di mettere a punto strategie di coping con uno sviluppo di resilienza anche grazie alla capacità dei clinici italiani di dare con nuove strategie supporto psicologico e psichiatrico.
La pubblicazione scientifica è a cura del Board di Serendipity (Prof. Mario Amore di Genova – Prof. Sergio De Filippis di Roma – Dott. Silvestro La Pia di Napoli – Prof. Andrea Fagiolini di Siena – Dott. Alessandro Pirani di Cento (Fe) – Prof. Riccardo Torta di Torino).
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