Benessere
Il buon vecchio nonno del Britpop
La noia, a volte, scivola silenziosamente nella paranoia. Lo scrive Andy Partridge, fondatore e leader degli XTC, la prima band inglese che, partendo dal punk, è arrivata al britpop. Tutti hanno copiato da loro, primi fra tutti i Pulp, i Blur e gli Oasis – ma quando l’anno fatto Andy ed i suoi amici avevano alle spalle oltre vent’anni di carriera, spesso sotterranea, come accade ai precursori.
Quella riga l’ha scritta sul suo diario, nel 1961, a soli otto anni, seduto su un lungomare maltese, guardando il nulla del Mediterraneo, pensando alla mamma appena finita in manicomio perché, dopo anni di matrimonio con un ufficiale di marina inglese, ha scoperto che lui aveva un’altra e che aveva speso, per lei, tutti i risparmi di famiglia. “Certo, è difficile pensare che un ragazzo che vive in spiaggia, sotto un eterno sole estivo, possa sognare di andare in Inghilterra. Ma è a Londra che accadeva tutto, ed io non c’ero mai stato, se non sognando ascoltando la radio”.
La chitarra il papà gliela regale perché lui si annoia, non ha amici tra i ragazzi di La Valletta, odia la propria famiglia e l’esercito britannico. Quando, a 16 anni, ottiene il permesso di trasferirsi da una zia (°A casa! A casa!”), una delle prime cose sulla sua lista di cose da fare è fondare un complessino beat a scuola. Da lì in poi la carriera è simile a quella di tutti. Prima le cover, poi le prime timide canzoni (Monkees ancora prima che Beatles), poi i concerti davanti a quattro gatti spelacchiati, poi i bar. Un processo che dura un decennio, durante il quale: finisce la scuola; smette di prendere il valium, che gli propinano da quando ha 12 anni, perché è un bimbo discolo ed iperattivo; schifa l’università; lavora come commesso in un negozio; ottiene di non partire militare; sposa la fidanzata del liceo, Marianne Wyborn – una lunga storia d’amore difficile e sofferta, che finirà nel 1994, due figli alle spalle, quando lui aveva scritto per lei, disperato, “Seagulls” (“I gabbiano gridano: baciala! Presto, baciala!”).
È il 1979, e l’Inghilterra ha scoperto la musica punk. Andy ed i suoi amici, però, rispetto ai complessini che suonano solo quattro accordi in croce, si vestono come relitti di una guerra interplanetaria e sputano rabbia su tutto, sono più vecchi, tecnicamente già evoluti, ed i loro testi sono di critica sociale, ma più vicini al disgusto intellettuale che alla voglia di rompere tutto. Andy racconta: “A casa nostra avevamo una stanza in cui non andava mai nessuno, perché era proprio sopra la fermata del bus, all’angolo del mercato, a pochi metri della metropolitana, ed il rumore dell’umanità era talmente assordante da rimbecillirti. Ci andavo quando avevo litigato con Marianne o con i bambini. C’era solo una sedia davanti alla finestra, un tavolino ed un telefono rotto. È lì che ho scritto quasi tutte le mie canzoni degli anni degli XTC”.
Una delle prime canzoni è quella più famosa, “Senses working overtime”, costruita su due accordi “strani”, con un testo che parla della gente che è sempre in preda ad un flash che li costringe ad andare sempre più veloce ed a fare sempre più cose. È la canzone con cui la band diventa famosa in tutto il mondo, ed apre un disco in cui traboccano le ballate contro il militarismo, contro la signora Thatcher, contro la decadenza americana – a favore di una nostalgia bucolica, del sogno di un’Inghilterra di campagna, brumosa ed assonnata, in cui tutto avviene in bicicletta o a piedi, con il cane per compagno, in boschi pieni di vita, ed una ragazza tranquilla che ti aspetta a casa con una tazza di thè.
Nel 1994 Marianne lo lascia, e lui va a vivere con una sua amica americana, la cantautrice Erica Wexler, che aveva appena abbandonato un marito famoso e infedele. All’inizio avevano un cottage in una cittadina in cui nessuno sapeva chi fossero veramente, e ci andavano quando avevano tempo, non necessariamente insieme. “Con il tempo il bisogno l’uno dell’altra è divenuta una quieta certezza, e quindi ci siamo trasferiti laggiù. Lei non va più a New York da anni, ed io vado a Londra solo per suonare, e poi torno a casa. Leggiamo libri, coltiviamo ortaggi, partecipiamo alla vita del paesino. Abbiamo quasi 70 anni, nessuno ci crederebbe più se dicessimo loro che eravamo due divi del rock’n’roll”.
Nella quiete Andy è finalmente guarito dalle conseguenze dei medicinali presi da bambino che, quando veniva sottoposto a stress audiovisivo, lo portava al delirio o a svenire, e che lo torturava con l’acufene. Spesso viene a stare da loro Harry, il secondo figlio dal matrimonio con Marianne, perché ha bisogno di quiete per disegnare – è diventato un celebrato autore di fumetti e di cartoni animati: “Da me ha preso il disgusto intellettuale per gli ignoranti, i cretini ed i patrioti dell’imperialismo inglese. Dalla mamma l’amore per Scoobeedoo e gli animali parlanti della Disney. Un risultato perfetto”. Come la vita del santo nonno del britpop.
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