Benessere

Facebook che tollera i fascisti ma rimuove l’ironia

3 Agosto 2016

C’è una pagina, su Facebook, che è diventata famosa grazie alle pigne. Più precisamente, le pigne inserite in un determinato orifizio. E che grazie a questo leitmotiv, e alle geniali descrizioni con cui presenta i suoi appelli, ha fatto il bene di un certo numero di cani disperati, facendo ridere la rete, o almeno il popolo social che segue il Progetto Quasi (39,926 al momento della stesura di questo post).

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Progetto Quasi prende il nome da Quasimodo, cane sfortunato, storpio e gobbo. E sì, da quel dosso sulla schiena che ricorda quella del Gobbo di Notre Dame, è stato ribattezzato Quasimodo. Nessuna pietà nelle parole, moltissima nelle azioni: tra le tante pagine social di animalisti e animalari, straripanti di appelli strappalacrime e adozioni del cuore, l’unico modo per distinguersi è l’ironia spiazzante, l’arte del dileggio creativo, il gusto dell’iperbole grottesca ai “danni” dei poveri cani vecchi, malati terminali, disabili e talvolta mutilati. Cani che questa associazione strappa a una morte in solitudine al canile e per cui trova cure, sostegno, famiglie adottanti. Come? Grazie al dileggio di cui sopra. Così perfetto nel creare finti culti intorno a un orrido Pincher sdentato, o nel deridere genialmente un rottame peloso con problemi di flatulenza, da generare centinaia di condivisioni, migliaia di passaparola, e alla fine quello che conta: una soluzione. Il metodo è ben spiegato in cima alla pagina in un disclaimer a uso e consumo di analfabeti cognitivi e orfani di sense of humour.

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Ma l’intelligenza, si sa, è un bene raro, e tante anime candide che si dicono animaliste non riescono proprio a tollerare una bacheca senza lacrime e cuoricini, né a comprendere l’ironia. Nemmeno se, per dire, il progetto in questione è stato invitato a partecipare alla prossima edizione di Torino Spiritualità, e tanto cattivo non può essere. Così, ad ogni appello di Progetto Quasi, regolarmente scatta il commento di qualcuno che non ne capisce il senso, critica, piagnucola e viene dall’amministrazione del sito insignita del premio #pignainculo, onorificenza che regala ulteriore traffico nella pagina, è diventata logo di T shirt e, in tal modo, contribuisce ulteriormente a raccogliere fondi e aiuto per animali che, obiettivamente, in nessun altro modo avrebbero avuto tanta visibilità.

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Finché non accade che una di queste suddette pigne, indignata per la descrizione troppo caustica di un “pelosetto” o, chissà, per aver ricevuto una risposta sarcastica a un proprio commento piagnone, ha segnalato a Facebook l’ultimo post di Progetto Quasi, quello di un grosso cane nero di rara bruttezza, dal naso inesistente a cui sono attaccati dei denti storti e visibili anche a bocca chiusa. Uno di quei casi disperati considerati “mostruosi” dai più ma a cui Progetto Quasi riesce *quasi* sempre a trovare casa e cure. Ed ecco che la foto, dopo avere generato traffico, un’infinità di condivisioni ed elogi inimmaginabili nelle paginette tenerelle in cui si cercano cuccioli pucciosi, viene prontamente rimossa.

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Tutto il post è rimosso perché, come da copione, “Non rispetta gli standard della comunità”. Il cane è brutto. Offende la vista del visitatore medio (mica come gli appelli a bruciare gli immigrati o le foto di “quando c’era lui”). O forse l’affettuoso sfottò con cui viene descritto è considerato bullismo (mica come gli inviti a rimuovere fisicamente presidenti della Camera o i video con bambole gonfiabili al posto di cariche dello Stato). In tutti i modi, su Facebook (e non solo), chi fa del bene con ironia e senza piagnistei è, di fatto, troppo intelligente per essere compreso. Ecco, la troppa intelligenza: deve essere questo ad avere violato gli standard della comunità.

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