Benessere

Due giorni di manifestazioni LAV contro la produzione di pellicce in Europa

19 Novembre 2022
Gli attivisti della Lega Anti Vivisezione chiedono a gran voce lo stop della produzione e commercio di pellicce di animali in tutti i paesi europei. Il 19 e 20 novembre in molte piazze italiane manifestazioni a sostegno di questa causa nobile

 

 

 

 

 

Organizzati due giorni di mobilitazione nazionale da parte degli attivisti della LAV (lega anti vivisezione)  per chiedere lo stop alla produzione e commercio di pellicce realizzate infliggendo sofferenze atroci agli animali.

Il 19 ed il 20 novembre, infatti, in molte piazze italiane, l’attenzione sarà focalizzata su un tema molto rilevante in termini di etica e civiltà nei confronti del mondo animale oggetto ancora oggi di indicibili crudeltà per trarne profitto.

I rappresentanti della LAV, hanno già occupato il Ponte di Rialto, sul Canal Grande di Venezia, come gesto simbolico per far sentire la propria voce anche in ambito europeo. Sebbene nel nostro Paese, gli allevamenti di animali da pelliccia siano vietati, risulta ancora molto diffuso il commercio in Europa con la conseguente esportazione ed importazione di questo genere. Sostanzialmente, ciò a cui si punta è di riuscire a fermare un traffico mortifero che frutta ancora svariati milioni di euro. Lo slogan utilizzato dagli attivisti LAV è “Basta pellicce in Europa”. 

Inoltre, sempre il 19 e 20 novembre sarà possibile sostenere la causa della LEGA ANTIVIVISEZIONE, apponendo la propria firma a favore dei Cittadini Europei “Fur Free Europe”, cioè per rendere l’Europa libera dagli allevamenti di animali da pelliccia.

 

Simone Pavesi, responsabile Area Moda Animal Free LAV, precisa: “LAV è nuovamente impegnata in un’azione di sensibilizzazione contro lo sfruttamento di milioni di animali per la loro pelliccia . Siamo finalmente riusciti a vietare in Italia gli allevamenti di pellicce, ora è il momento di estendere questo divieto in tutta l’Unione Europea e, per coerenza, vietare anche il commercio e l’import di prodotti di pellicceria. L’Iniziativa “Fur Free Europe” ha due obiettivi principali. Da una parte c’è quello di estendere, in tutta l’Unione Europea, il divieto di allevamento di animali destinati alla produzione di pellicce: attualmente tale divieto è in vigore in 14 Stati membri, tra cui l’Italia. Dall’altra parte c’è quello di introdurre, in tutta l’Unione Europea, il divieto di commercio (e quindi anche di import da paesi terzi) di prodotti di pellicceria: solo in questo modo si potrà davvero fermare l’accesso nel continente di pellicce realizzate partendo dalla sofferenza degli animali. I Paesi europei che ancora ospitano allevamenti di animali da pelliccia,  fra questi Polonia, Grecia e Finlandia, uccidono ogni anno oltre 18 milioni di animali tra visoni, volpi, cani-procione e cincillà per la produzione di pellicce che, lo ricordiamo, spesso sono presenti anche in forma “nascosta” nei pon-pon dei cappelli, nei colli dei giacconi, nei polsini e così via”.

 

Questa petizione nobile, può essere sostenuta anche compilando il form online presente sul sito della LAV (lega anti vivisezione)

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