Benessere
Coronavirus: si spera in una domenica di picco. Gli asintomatici sono pericolosi
Nel nostro paese, dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus, 31.506 persone hanno contratto il virus Sars-CoV-2. Di queste, sono decedute 2.503 e sono guarite 2.941. Attualmente i soggetti positivi sono 26.062 (il conto sale a 31.506 — come detto sopra — se consideriamo anche i morti e i guariti). I dati di ieri, lunedì 17 marzo, parlano di 2989 persone positive (giovedì erano 2470). 192 sono le persone dichiarate guarite. I pazienti ricoverati con sintomi sono 12.894; 2.060 sono in terapia intensiva (+209, +11,3%), mentre 11.108 sono in isolamento domiciliare fiduciario. I deceduti purtroppo 345.
Il picco dei contagi forse arriverà domenica
Secondo Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche, «il numero dei nuovi contagi continua ad aumentare ma sembra farlo in modo lineare anziché esponenziale». In un’intervista a Il Messaggero Maga spiega che «questo potrebbe essere un segnale che forse il picco arriverà presto, tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima». Il numero dei contagi cresce infatti in modo costante senza evidenti oscillazioni verso l’alto ed è così da circa tre giorni.
In due settimane il calo altrimenti misure più drastiche
«Entro due settimane ci aspettiamo una decrescita dei contagi. Se così non fosse, dovremo inasprire le restrizioni». Così parla Walter Ricciardi, membro dell’executive board dell’Oms e consulente del governo sul Covid-19, dalle pagine Corriere dell’Alto Adige.
Gli asintomatici restano un pericolo. La proposta di eseguire più tamponi
Il professor Sergio Romagnoni, immunologo, dalle pagine de Il Fatto Quotidiano lancia la proposta alla Regione Toscana di adottare il modello Vo’ Euganeo ed estendere i tamponi agli asintomatici. Ieri il governatore Rossi ha annunciato l’acquisto di 500mila test seriologici e l’avvio di uno screening di massa. Ma il professore spiega che questo è un modello applicabile a quei territori che non sono ancora in condizioni difficili come la Lombardia e che i test vanno fatti a tutti quei soggetti “a rischio” come medici, personale sanitario, forze dell’ordine, dipendenti dei supermercati. Romagnoni cita due studi: uno realizzato in Corea del Sud e uno in Cina prima della chiusura della regione di Wuhan. Questi studi dimostrano che il 55% delle persone tra gli 11 e i 50 anni hanno un’infezione asintomatica ma sono contagiose e responsabili del contagio del 70% degli over 60 considerati nel campione.
Se il tampone è negativo oggi può essere però positivo domani
Commentando la decisione del governatore Zaia di eseguire tamponi a tappeto in Veneto, il dottor Massimo Galli, direttore del dipartimento Malattie Infettive dell’ospedale Luigi Sacco di Milano, spiega a Il Fatto Quotidiano che «il tampone di massa non ha senso per definizione, perché quel che è negativo oggi può essere positivo domani. In Lombardia abbiamo dovuto fare di necessità virtù testando in primis le persone sintomatiche, anche se fin dall’inizio ho sottolineato la necessità soprattutto per la zona rossa di identificare i contatti avuti da queste ultime per verificare precocemente anche le infezioni sui paucisintomatici e sugli asintomatici». A Vo’ Euganeo fare tamponi a tappeto ha funzionato perché il territorio era limitato e lo scopo era di ricostruire i contattati.
Quanti giorni ci vogliono prima di dire che un paese è libero da un virus?
Daniele Raineri dalle pagine de Il Foglio prende ad “esempio” il caso di Ebola e Sars. Guardando ad Ebola il tempo di incubazione del virus è di tre settimane, quindi il tempo di osservazione è di 42 giorni. Nel caso del Covid-19 sappiamo che il tempo di incubazione è di due settimane, quindi il tempo di osservazione è di un mese. Se in questo intervallo di tempo non ci sono casi di trasmissione del virus, allora il paese è dichiarato virus free. Se il soggetto non guarisce e muore, il conteggio scatta dal giorno successivo alla sua sepoltura. Spiega Raineri che se anche per ipotesi – poco probabile – in Italia l’ultimo contagio fosse dichiarato ad aprile, il paese sarebbe virus free soltanto a maggio. Con il rischio di perdere subito lo status se permettesse troppo presto gli spostamenti.
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