Benessere
Comunicazione scientifica: meglio il Dott. Burioni del Dott. Barabba
Un medico cancella i commenti degli utenti di Facebook sotto il suo post, affermando che “la scienza non è democratica”. La sua presa di posizione scatena polemiche, ma è folle pensare che la scienza possa essere oggetto di referendum popolari
Ammettiamo pure che Roberto Burioni non sia il miglior social media manager del mondo. Se mi chiedesse un parere in merito, gli suggerirei di adottare uno stile leggermente meno brusco nei suoi post su Facebook. Soprattutto, farebbe meglio ad evitare espressioni come “tento di spiegare in maniera accessibile come stanno le cose impiegando a questo scopo in maniera gratuita il mio tempo che in generale viene retribuito in quantità estremamente generosa”. Carenza di virgole a parte, è fin troppo evidente che nel lettore queste frasi suscitano fastidio e una legittima domanda: “Vabbè, ma chi te lo ha chiesto?”. Se usi la Rete, ne devi accettare le regole.
Detto questo, non si può però dimenticare che Burioni fa il medico, non il comunicatore, il che non è esattamente la stessa cosa. Mi stupisce il clamore suscitato dalla sua espressione “la scienza non è democratica”, perché non fa altro che esprimere una evidente verità.
Seppure in modo discutibile, Burioni sta contribuendo a confutare dei fattoidi sempre più diffusi sui vaccini ed in generale sulle malattie. La contagiosa follia della Rete sta alimentando persino un assurdo dibattito sulla correlazione tra immigrazione e meningite, un’operazione social-mediatica di inaudita gravità che probabilmente nasconde una finalità politica e si nutre della credulità di chi pensa che ciò che appare sul Web sia per forza vero. Viene da rimpiangere i tempi del “lo ha detto la TV”: almeno nell’era del tubo catodico l’accesso al media non era così indiscriminato.
Mi stupisce ancor di più il fatto che “Valigia Blu”, un blog per il quale peraltro nutro un sincero rispetto, bacchetti Burioni per la scelta comunicativa di non confrontarsi alla pari con gli scatenati utenti di Facebook, i cui commenti sono stati cancellati. Benché il blog faccia ricorso ad interessanti considerazioni sulla divulgazione scientifica, non si può condividerne la supposta equivalenza tra le espressioni “lo dice la scienza” e “lo dico io”.
Proprio perché la scienza parte da un presupposto di fallibilità e confutazione (concetti richiamati dalla citazione di Richard Feynman “scienza è credere nell’ignoranza degli esperti”), è necessario distinguere tra una visione scientifica che ha superato questo vaglio per divenire socialmente accettata ed una presa di posizione che invece ha lo stesso peso di un dogma religioso o di una superstizione.
Per questo motivo, pur essendo notoriamente un democratico, non mi scandalizzo affatto quando Burioni dice che la scienza invece non è democratica affatto. Anzi, a scanso di equivoci – e facendo i debiti scongiuri – rendo pubblica la mia volontà: qualora ne avessi bisogno e non fossi nelle condizioni di esprimermi, affidatemi a un medico preparato come Burioni, piuttosto che a un sondaggio online nel quale si decide come e se tutelare la mia salute!
Anche perché è dai tempi di Barabba che sull’esito di questi plebisciti ci sarebbe da discutere. Internet ha solo ampliato l’uditorio, non lo ha reso più erudito.
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