Benessere
Care mamme no-vax, i vaccini fanno miracoli, anche sul vostro utero
È il quarto tumore più frequente nelle donne e ha tasso di mortalità ancora alto a livello mondiale, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Si tratta del cancro alla cervice uterina o più semplicemente il tumore al collo dell’utero e l’Australia potrebbe essere il primo paese del mondo a sconfiggerlo. Come? Grazie ai vaccini, quelli che nel nostro paese vengono troppo spesso messi in discussione da no-vax o presunti tali e invece servono a tutelare la salute di tutti. La loro e la nostra.
A confermarlo è uno studio pubblicato pochi giorni fa dal Cancer Council New South Wales (NSW), un’organizzazione benefica, sulla rivista The Lancet Public Health Journal. Un’indagine che spiega in maniera approfondita quanto i vaccini possano essere efficaci, tanto quasi da proteggerci da una malattia mortale.
Il tumore al collo dell’utero è infatti causato molto spesso dal Papilloma virus (HPV), infezione trasmessa sessualmente e primo fattore di rischio per lo sviluppo della malattia. Se i tassi di vaccinazione contro l’HPV e gli screening rimarranno alti, entro il 2035, secondo gli studiosi, in Australia si verificheranno solo quattro casi ogni 100.000 persone. Entro il 2022 ci saranno meno di sei casi ogni 100.000 persone.
Oggi, sempre in Australia, il tasso annuale di cancro al collo dell’utero è di sette casi ogni 100.000 persone, circa la metà rispetto alla media globale. E in futuro, questa tipologia di tumore, potrebbe addirittura essere classificata come “cancro raro”.
Risultati e previsioni realizzati grazie a politiche rivolte a sensibilizzare le giovani donne sul rischio del tumore al collo dell’utero. Il governo federale già nel 2007 offriva il vaccino alle ragazze di 12-13 anni per poi estendere il programma di vaccinazione anche ai ragazzi, informando le scuole, le famiglie, i giovani.
In Italia, secondo i dati dell’AIRC, annualmente si manifestano circa 2.300 nuovi casi prevalentemente in forma iniziale, mentre una donna su 10.000 riceve una diagnosi di tumore della cervice in forma avanzata. Non sono numeri tranquillizzanti.
Quando il tumore viene diagnosticato in fase avanzata la mortalità è elevata. Sono circa 430 le donne che muoiono di carcinoma della cervice ogni anno. La malattia diagnosticata precocemente è però al contrario altamente curabile. Ma soprattutto c’è un buon modo per eliminare il fattore di rischio principale, cioè il Papilloma virus: vaccinarsi in giovane età.
Nel nostro paese esiste un vaccino che copre nove ceppi di HPV ed è oggi fornito gratuitamente alle bambine al compimento dei 12 anni e in molte regioni è offerto anche a donne di età maggiore. Il Piano nazionale prevenzione vaccinale 2017-19 prevede la vaccinazione anche dei maschi, che costituiscono troppo spesso un serbatoio di contagio anche per le donne. Inoltre, la vaccinazione può garantire la prevenzione di tutti i tumori HPV correlati e anche se non stiamo ad elencarli, non sono pochi.
Se c’è una cosa che non può essere messa in discussione con troppa facilità è proprio la scienza. Non ci si può fidare della medicina soltanto di fronte ad un concreto ed evidente pericolo che ci riguarda direttamente o da vicino. Contro il Papilloma virus esiste un vaccino che può proteggere le giovani donne e ridurre sensibilmente le probabilità che si ammalino di tumore al collo dell’utero. Chissà se le mamme no-vax (e i papà sì ma soprattutto le mamme), leggendo i risultati australiani, di fronte alla possibilità di prevenire il cancro alle loro figlie sceglieranno finalmente di vaccinare i loro figli?!
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