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Memoria e Futuro
Lo Specchio Riflesso delle Spie
Quello che segue è un racconto di pura fantasia. Forse…
Nella Repubblica di Alba, un governo eletto con la speranza di rinnovare tutto si ritrovò invischiato in un problema non da poco. Il Direttorato per la Sicurezza Nazionale (DSN), creato per proteggere lo Stato, era diventato un’entità autonoma, oscura anche a chi lo aveva plasmato.
La crisi venne allo scoperto con un dossier segreto: il Primo Ministro Elena Vardi scoprì che il DSN monitorava illegittimamente giornalisti e oppositori, ma anche colleghi di partito e parenti. Decisa a riprendere il controllo, istituì un “Comitato di Vigilanza”, composto da fidati consiglieri, per spiare gli 007. Ignorava che il DSN, abituato a fiutare tradimenti, aveva già infiltrato il Comitato con un agente doppiogiochista.
In poche settimane, il Direttore del DSN, Marcus Krell, seppe di ogni mossa del governo. In risposta, hackerò i server ministeriali, cercando scheletri nell’armadio della Vardi. Scoprì infrazioni varie, sgarbi e frecciate ai partner di coalizione, ma invece di esporli (se non in piccola parte, fornendo qualche estratto ad un piccolo giornale di opposizione), li archivió come assicurazione.
Il governo, intanto, credendo il Comitato inefficiente, creò una “Unità Ombra” segreta, reclutando ex agenti. Il DSN, però, intercettò un membro ubriaco in un bar e lo ricattò. Presto, l’Unità divenne un megafono di disinformazione, alimentando la paranoia della Vardi, che si espose pubblicamente con video sui social propalando le false informazioni fornitele.
Il circolo vizioso si espanse: il DSN, sospettando alleati del governo nell’esercito, spiò generali e contractor della difesa. Scoprì tangenti e traffici illeciti, ma anziché denunciarli, utilizzò i dati per manipolare appalti e operazioni. Il governo, nel tentativo di controbattere, autorizzò l’Unità Ombra a monitorare persino i giudici, innescando una caccia alle streghe che paralizzò le istituzioni.
Nel giro di un anno, Alba era un labirinto di specchi. Ogni azione generava una reazione occulta: il DSN sabotò un vertice sulla cybersecurity per coprire una falla nei suoi sistemi; l’Unità Ombra falsificò prove per incastrare un direttore di giornale critico, ignara che fosse una trappola del DSN per screditare il governo.
La fine arrivò con un messaggio anonimo alla stampa: migliaia di file trapelati rivelarono l’intreccio di corruzione, sorveglianza illegale e complotti. La Vardi, ormai isolata, si dimise.
La morale della storia è la stessa da tempo immemore: in una guerra di spie, a perdere è sempre la verità.
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