Memoria e Futuro
Le rendite di posizione
Tempi grami per chi, e sono molti nel nostro paese, ha guadagnato spazi e visibilità negli ultimi anni, simulando pose granitiche su temi che raccoglievano il plauso automatico di folle più o meno numerose. Penso ai tanti che, sui giornali e sui media in genere, hanno tenuto nel corso dei decenni una posizione fieramente anti-Nato (che voleva dire per loro antiamericana) e che ora si trovano a braccetto con l’attuale presidente USA (e il suo tutore) nella battaglia contro l’Alleanza Atlantica. Li vedi arrovellarsi in distinguo speciosi, provare ad arrampicarsi su specchi più che scivolosi nel tentativo di distinguersi dalla melassa populista in cui rischiano di restare invischiati.
Fior di carriere accademiche fondate spesso più su un comune sentire antiamericano che sulle capacità di ricerca e insegnamento, rischiano oggi di essere accomunate, nei ragionamenti, all’ultimo degli influenzer finanziato da Mosca nella comune lotta contro la pessima Europa che vuole tenere in piedi un aggregazione di stati occidentali per loro finita da tempo (e causa nel frattempo di tutti i mali odierni). Ma non è un problema solo loro, quello della rendita di posizione a rischio.
Penso anche alla nostra presidente del consiglio. Bei tempi (e come sembrano lontani) quando si andava all’estero per sfuggire le crisi o le crisette nazionali. Pare essere finito questo periodo per l’attuale Presidente del Consiglio, che vediamo sempre più impacciata in compagnia degli altri leader internazionali, quando capitano le occasioni di incontri come quello di ieri a Londra. Significativa, da questo punto di vista, la foto di gruppo in cui Meloni appare messa quasi in piccionaia, distante anche dalla sua amica Ursula, con lo stesso atteggiamento di distacco e quasi fastidio che mostrava anche nell’incontro di Parigi di qualche giorno prima. C’è andata lei lì o il protocollo l’ha relegata, visto il suo atteggiamento “balbettante” nelle ultime settimane sull’Ucraina?
C’è da dire che a lei manca anche la verve che aveva un suo predecessore, che approfittò di una delle volte in cui venne messo dietro agli altri leader per fare il famosissimo gesto delle corna a chi gli stava avanti. Ma è chiaro che per lei questo non è un momento per scherzare, visto come si sta riducendo il suo credito di leader internazionale, e anche nazionale, come dimostra un’analisi di qualche giorno fa di Paolo Natale sul nostro sito. E che, essendo una riflessione coi fiocchi, non compare sui media tradizionali, che preferiscono la rendita di posizione di sondaggi più o meno farlocchi. Ma ci leggete anche per questo, no?
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