Memoria e Futuro

L’analfabetismo funziona(alè!)

di Marco Di Salvo 12 Dicembre 2024

Sconcerto (e titoloni) per la ricerca Ocse sulle competenze degli adulti. L’Italia conquista le parti basse della classifica in quasi tutte le categorie esaminate e, come tutti i media hanno tenuto a sottolineare ieri, “oltre un terzo degli adulti è analfabeta funzionale”. Ma, a parte la sorpresa (sempre che di questo si tratti, visto l’ambiente umano che ci circonda e con cui si ha quotidianamente a che fare), è scansionando in profondità i dati che si scoprono alcune chicche, anche queste ben visibili nell’agire quotidiano.

I numeri della ricerca ci dicono che sono soprattutto gli appartenenti alla fascia di età tra i 55 e i 65 anni ad avere maggiori difficoltà di comprensione nella lettura e di problem solving e che il divario di competenze tra loro e i 16-24 a favore di questi ultimi è a livelli inimmaginabili se confrontato con i dati delle ricerche riguardanti altri paesi, ma anche altri periodi storici.

I miei coetanei, insomma, (ci sono appena entrato, eh) sono i ciucci di questo periodo. Quelli che in altri periodi storici sarebbero avviati ad essere i saggi della tribù, stentano a capire cosa leggono e non sanno che farsene della parola scritta. Ripeto, sarebbe bastato fare un giro sui social per averne avuto conferma ben prima della lettura di questi dati ufficiali.

Oggi interviste ad esperti del settore confermano i dati e pensosi editoriali, pieni di sgomento, ci dicono cosa andrebbe fatto e non si fa. Ma che li scrivete (scriviamo) a fare, sapendo già che anche se li leggessero, non li capirebbero? Come non li capiscono, forse, parte di quelli che dovrebbero risolvere il problema.

E poi questi neoanalfabeti sono tutti impegnati in altro in questi giorni. Già, almeno una parte di loro festeggia. Non pagheranno multe per non essersi vaccinati. Hanno vinto questa battaglia culturale, grazie ad un governo, da sempre, compiacente.  Insomma, l’analfabetismo funziona(alè).

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