Memoria e Futuro
Io sono un’autarchica
Memore della lezione imparata nelle umide stanze della sezione dell’MSI in cui è politicamente cresciuta, la presidente del consiglio sa che uno dei principi fondanti del nazionalismo è l’autarchia, che in estrema sintesi vuol dire farsi tutto da soli.
In questo davvero eccelle, è talmente brava in autarchia che sta riuscendo a farsi anche una crisi di governo tutto da sola, senza bisogno dell’aiuto del centrosinistra (con rispetto parlando). Una maggioranza tenuta insieme con lo sputo della governabilità (per fare cosa, poi) e l’opposizione, questa figura mitologica, da tempo ridotta a mera comparsa, buona per gli stand alone nei telegiornali o per dichiarazioni preconfezionate inserite nei pastoni politici delle gazzette.
Non ha bisogno di nessuno, fa tutto lei. Dà del tu ai grandi della terra, conquista le simpatie internazionali, come cantavano i Simple Minds in questa canzone di qualche anno fa, “She’s a river”. Salvo poi, quando le cose non vanno per il verso giusto o comincia a sentirsi qualche critica di troppo al suo operato, rompere gli argini, farsi gonfiare la vena della giugulare urlando e strepitando che è tutta colpa degli altri. L’elenco sparso dei nemici è variabilmente composto dalla suddetta evanescente opposizione, il mai troppo dimenticato complotto (a cui da tempo è stato tolto il suffisso plutogiudomassonico, sostituito dal più soft POTERIFORTI tutto attaccato), gli immancabili giornaloni (che in realtà hanno un unico obiettivo in questi tempi grami, fare la questua chiedendo soldi al governo per cercare di tirare avanti ancora per qualche tempo). Tre fantasmi buoni solo per qualche sguaiato comizio che pare non avere più il solito successo di un tempo. Gli anni passano, i risultati mancano e le repliche stancano.
La sua fortuna (fino a quando?) è l’oggettiva assenza di possibili sostituti all’orizzonte, tant’è che i suoi critici più puntuali sono una sfilza di ottuagenari, ultimo in ordine di apparizione Claudio Martelli (e con il Presidente della Repubblica a fare da contrappunto costante alle mancanze della maggioranza). Un’orba in un paese di ciechi, alla guida di un’auto che corre in discesa, non la migliore condizione per non andare a sbattere, prima o poi…
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