Memoria e Futuro

Il semaforo di Giorgia

di Marco Di Salvo 18 Febbraio 2025

Per quanto abbia fatto di tutto per non farlo negli ultimi mesi, anche per Giorgia Meloni è giunto il tempo di doversi esporre e dire da che parte sta, almeno per quanto riguarda gli schieramenti internazionali. La strategia sempre più seguita nel 2024, quella di copiare lo Zelig di Woody Allen e prendere le sembianze di coloro con cui si accompagnava temporaneamente per poi cambiare atteggiamento in compagnia di altri, pare infine non più adatta ai tempi che stanno arrivando. E lo sguardo torvo che sfoggiava ieri al vertice di Parigi fa capire quanto questa cosa le faccia poco piacere. Negli ultimi mesi aveva surfato con una certa eleganza tra Biden e Trump, la Von Der Leyen e Orban come un Giulio Andreotti d’altri tempi.

Pochi si aspettavano, avendola vista sbraitare all’opposizione, questa capacità nascosta di… nascondersi, fare finta di nulla, non prendere posizione, se non quando stimolata dalle polemiche parlamentari. Lì torna la Giorgia di sempre, con gli occhi sbarrati e  le vene del collo in bella mostra quando si lancia in attacchi non proprio eleganti per chi sta seduto sugli scranni del governo.

In altre occasioni, invece, pare ricordare la straordinaria imitazione fatta da Guzzanti di Romano Prodi (personaggio non proprio nelle corde dell’attuale premier), quando faceva dire all’allora leader dell’Ulivo alle prese con le continue polemiche interne alla sua coalizione che la sua strategia era quella del semaforo. Durante le crisi, le mattane dei suoi vicepremier, le tensioni sulla presidenza della commissione europea, le vicende giudiziarie dei componenti del suo governo e del suo partito, lei si è inabissata, facendo finta di nulla.

Ed esattamente come il semaforo di Prodi sta ferma (in attesa che le crisi passino) e l’unica azione che la vede protagonista sono le piccole grandi vendette, che (è il suo auspicio) la portino a consolidare il potere.

Ma il destino (qualcuno avrebbe detto cinico e baro) la costringerà in futuro a dirci davvero come la pensa. E, speriamo, a saperne governare le conseguenze.

 

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi collaborare ?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.