Memoria e Futuro
I peccati di maturità
Inizia spesso così: sei giovane (o quasi), hai entusiasmo misto a disgusto per quello che vedi intorno a te, decidi di fare una cosa tua, circondato da alcuni fidati amici e da giovani pupilli. Parte la nuova testata, sulle prime stenti, ma non senti la fatica, perché la voglia di cambiare da più energia di ogni cosa. Poi qualcuno, che magari si era affiliato per utilitarismo, si allontana per andare verso altri lidi più paludati (magari gli stessi contro cui avevi mosso le prime battaglie), qualcuno cambia mestiere, qualcun’altro arriva e porta il suo vissuto diverso dal tuo.
Ma non demordi, anche se gli anni che si accumulano sembrano non dare i risultati sperati. Il contesto non cambia, anzi, peggiora, nonostante il tuo contributo. E quel punto tu mantieni la postura ma, a poco a poco, cedi nei comportamenti. Intorno a te si forma una specie di culto, tutto quello che non avresti voluto, a pensarci bene, all’inizio. Ma cominci a pensare “bè se non ho dei lettori pensanti ma dei fan, che ci posso fare?” e per arrotondare cominci a stampare magliette, e gadgets di vario tipo per soddisfare le masse (e arrotondare i conti che sono sempre così e così). Poi ti inventi eventi, consolatori e nostalgici, per gente che ama sentirsi dalla parte del giusto, pur sapendo che uscita da quelle venue nulla sarà cambiato nel mondo che li circonda. Poi segui tutte le mode del momento. Si fanno festival e tu fai festival, si fanno podcast e tu fai podcast (con il risultato che hanno i podcast nel nostro paese, che vengono ascoltati più o meno dalla comunità di quelli che li fanno).
Ma il tempo passa tu resisti e, incredibilmente, sei diventato quanto di più lontano dal te degli inizi. Sei un’istituzione. Sei riverito ed ascoltato. E, allora, cominci a fare come le istituzioni. Smussi e moderi, moderi, smussi e giustifichi. Giustifichi e ringrazi, anche quelli che fino a qualche anno fa non avresti degnato di un solo sguardo, altro che omaggiarli. Come diceva un cantante della tua gioventù, è un mondo difficile. Ma qualcuno deve pur viverlo.
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