Memoria e Futuro

Dialogo tra un venditore di notizie e un passeggero della rete

di Marco Di Salvo 4 Febbraio 2025

“Bello il tuo pezzo di ieri, peccato tu sia rimasto in superficie e abbia ripetuto alcune cose che sanno tutti.”

“Grazie, eh. Sempre bello sapere di essere apprezzato. Ma, sai com’è, lo spazio è quello che è, l’altra regola della rete è che non ti devi dilungare, pena l’abbandono del lettore. Almeno non faccio i titoli acchiappaclick dei siti dei maggiori quotidiani. Hai visto come oramai non si distinguono da quelli dei siti fake?”

“E che ti aspetti, ‘sti ragazzi che seguono l’online li pagano due lire. E le due lire che prendono sono legate a quanti click fanno. Per cui, spazio ai temi più triviali per attirare l’attenzione. D’altronde, hai visto quanto si fanno pagare un abbonamento annuale digitale, i grandi quotidiani? Il valore che danno a quello che scrivono è tutto lì”

“Tutta l’informazione è svalutata, oramai.”

“Anche questo è vero in parte. Anche nel nostro mestiere c’è un baratro tra ciò che è accessibile e quello che non lo è (a meno di non pagare cifre folli). L’informazione “svenduta” è quella dove c’è più spazio per le fake news, che servono alla visibilità che serve alla raccolta pubblicitaria che serve a far guadagnare l’editore. Poi ci sono le informazioni vere, quelle utili alle inchieste, quelle che servono alla conoscenza. E quelle le paghi, ah, se le paghi.”

“Insomma, informazione come ristorazione. La scelta oramai è tra junk foods e ristoranti tre stelle. Fine delle belle trattorie di una volta, dove tutto era genuino.”

“Fai lo spiritoso, fai. Intanto la gente comune si illude di avere la conoscenza sul palmo delle mani, anche grazie all’IA. E invece è solo panna montata, di quella chimica. Botte di glucosio artificiale, dove manca la ciccia della conoscenza. E poi c’è un’altra cosa che non mi è piaciuta nel tuo pezzo.”

“Insomma, l’hai gradito, va. Dimmi…'”

“Ancora con sta cosa del controllo statale? Scrivi che la gli strumenti della rete”in assenza di controlli dei governi, diventano armi di manipolazione”. Quindi sostituiamo alla manipolazione la censura?”

“Ma no, che c’entra. Lamentavo una debolezza della politica, un’incapacità attuale di reagire alla forza dei padroni della rete (veri o presunti che siano). Anzi fanno a gara a farsi sudditi del potente di turno e a vantarne l’amicizia.”

“Che credi, anch’io sono contro gli oligopoli e i monopoli, vorrei fossero infranti.”

“Si ma non credere succederà tanto presto. Le storie che ci raccontiamo sulla capacità americana di spezzare i monopoli in altri periodi storici dimenticano un fatto. Che la politica li colpì quando già si erano indeboliti e lei si era rinforzata. Vedi dinamiche simili adesso?”

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