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Memoria e Futuro
Avanzi Savoia
Certo sono passati decenni (per non dire secoli) dai tempi di Cavour ed Einaudi ma che la classe politica piemontese avesse oggi come figure di riferimento Crosetto e Santanchè, forse non se lo sarebbero aspettati neanche i più severi critici del regno sabaudo ai tempi dell’unificazione.
E’ per altro vero che negli ultimi decenni, il Piemonte e i piemontesi hanno vissuto un progressivo ridimensionamento del loro ruolo nella politica italiana, un fenomeno che riflette trasformazioni più ampie nel panorama socio-economico e culturale del Paese. Storicamente, il Piemonte è stato un pilastro fondamentale dell’Unità d’Italia, con Torino come prima capitale del Regno d’Italia e una classe dirigente che ha contribuito in modo significativo alla costruzione dello Stato nazionale. Tuttavia, con il passare del tempo, il peso politico della regione è diminuito, lasciando spazio ad altre aree geografiche e a nuove dinamiche di potere.
Uno dei fattori chiave di questa crisi è stato il declino industriale del Piemonte, in particolare del settore automobilistico, che ha ridotto l’influenza economica della regione. Torino, un tempo simbolo del miracolo economico italiano, ha dovuto affrontare sfide importanti legate alla deindustrializzazione e alla riconversione economica, con ripercussioni anche sul piano politico. La perdita di centralità economica ha inevitabilmente indebolito la capacità dei piemontesi di incidere sulle decisioni nazionali.
Inoltre, la politica italiana ha visto un progressivo spostamento del baricentro verso altre regioni, in particolare quelle del Sud e del Centro, con leader politici emergenti che hanno saputo capitalizzare consensi e costruire reti di potere. Questo ha marginalizzato ulteriormente il Piemonte, che fatica a ritrovare una voce autorevole nel dibattito politico nazionale.
Il declino della regione si è consolidato negli ultimi decenni e ha lasciato soltanto un’eccellenza di cui si ricorda in tutto il mondo,quella legata ai produttori di una crema spalmabile che sfonda in qualsiasi parte del pianeta.
Al di là di questo sono soltanto le “mirabilie” giudiziarie della attuale (bisogna vedere fin quando) ministro del turismo e, prima le dichiarazioni shock su servizio ed inchieste (ancora…) e poi l’essere il baricentro involontario di una truffa che ha messo in ridicolo una buona parte dell’imprenditoria nazionale, le uniche notizie di rilievo che vengono dalle parti di via XX settembre.
Triste fine per quella che una volta era la locomotiva industriale e politica del nostro paese e che oggi si trova ad avere a che fare con vari tipi di raggiri e truffe come centro della narrazione sugli esponenti politici di quel territorio.
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