
L'architettura e noi
Ambasz, l’architettura non ha paura di far stare insieme i gerani e i balconi
Ambasz, chi era costui?
Inaspettatamente appare sul Corriere della Sera (25 mazo 2025) un articolo sull’architetto argentino Emilio Ambasz, intitolato “L’architettura nella natura. Così è pura poesia” che apre con una citazione dello stesso: “io credo che l’architettura debba essere non solo pragmatica, ma anche poetica”. Come dire (con Giambattista Marino, 1600): è del poeta il fin la meraviglia. E sapete perché? Perché “la mia formula architettonica di mettere il verde sopra il grigio o il morbido sopra il duro mostra un possibile modo per creare nuovi insediamenti urbani che non alienano i cittadini dal regno vegetale”. Sembra di veder indossare un capo d’abbigliamento, negando all’architettura il suo valore storico di seconda natura.
O forse è solo un modo per ricordare a Stefano Boeri che, con il suo Bosco verticale, non è il primo, che non è l’unica cipolla nello stufato. Ma il Boeri è comunque più avanti, più intelligente; frazionando il paesaggio vegetale nei singoli appartamenti affida ognuno la cura, creando un certo composito ordine. E poi, se vogliamo cercare un primo dobbiamo risalire all’Arena di Milano, un tempo alberata: anzi, al Mausoleo di Adriano. Insomma, dall’architettura non si scappa nemmeno col morbido (che vien voglia di raderlo come una barba): essa o è o non è (e qui è senz’altro mediocre e perciò si autoannulla nel verde).
Se invece vogliamo parlare di integrazione tra progetto vegetale e progetto architettonico possiamo rifarci al pergolato. E’ questa una tipologia architettonica fondamentale in ogni giardino, da quelli dell’antichità classica a quelli medievali fino ad oggi. Virgilio Vercelloni, nel suo libro “Comunicare con l’architettura” riporta l’illustrazione di una xilografia contenuta in un incunabolo di Francesco Colonna stampato a Venezia nel 1499.
“Dal punto di vista della sua potenziale comunicazione la specificità di questo pergolato, come di altri, consiste nella sua qualità architettonica. Il pergolato non è qui costruito con materiali precari (…). L’immagine fa ritenere che il manufatto sia il risultato dell’assemblaggio di materiali litici, di pietre e marmi finemente decorati, sì da comporre una vera e propria preziosa, piccola architettura.”Per non parlare poi della splendida Casa del giardiniere di Friedrich Schinkel.
No, l’architettura (quella vera) non si nasconde. Gerani e balconi stanno bene insieme.
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