Religione
Cosa succede nella chiesa cattolica
Sul finire di questa estate 2018 un argomento “caldo” della cronaca è certamente stato, per dirlo in forma di domanda: dove va la chiesa cattolica? Qual è il suo stato di salute?
Prima l’annuncio che un Gran Giurì della Pennsylvania, negli Stati Uniti, ha redatto un rapporto-shock che condanna il comportamento dei vertici ecclesiastici dell’intero stato, denunciando come oltre mille bambini nell’arco di 70 anni siano stati brutalmente molestati da sacerdoti e come gli abusi siano stati nascosti e i perpetratori protetti.
Poi il racconto del viaggio apostolico di papa Francesco in Irlanda, per l’incontro mondiale delle famiglie, dove ha affrontato il capitolo “pedofilia del clero” con discorsi e soprattutto un incontro con le vittime degli abusi.
E infine la pubblicazione di un dossier da parte di un arcivescovo, Mons. Viganò, assai noto per diverse vicende vaticane, con la richiesta (assai inusuale) di dimissioni del papa.
Vorrei dare un consiglio ai lettori degli Stati Generali : per capire un poco cosa davvero succede e dove potrebbe andare la chiesa cattolica, leggere il libro di Marco Marzano, LA CHIESA IMMOBILE, Laterza.
L’autore è un professore di sociologia dell’Università di Bergamo e ha nel suo curriculum parecchi altri studi e pubblicazioni sulla chiesa.
Il libro è articolato, documentato, non indulge in nessun gossip. Ma si legge con facilità e non ha toni leziosi.
Il sottotitolo che ne indica con precisione l’argomento è: Francesco e la rivoluzione mancata.
L’autore ritiene che si possa, a cinque anni dal suo insediamento, compiere già un bilancio del papato di Bergoglio.
Cinque anni in cui sono cresciute attese e critiche.
Da una parte ci sono le attese di chi desidera una riforma della chiesa e una sua evoluzione. E tra questi una larga parte, di cattolici e laici, indulge in giudizi positivi circa l’operato di papa Francesco.
Dall’altra ci sono i detrattori che accusano l’attuale papa di aver portato la chiesa fuori dalla sua tradizionale ortodossia dottrinale. Sono per lo più cattolici tradizionalisti e assai conservatori.
Il libro cerca di offrire un orientamento tra questi due opposti schieramenti. Offrendo all’inizio una domanda: ma davvero Bergoglio è stato in grado di riformare la chiesa e dare inizio a quella grande trasformazione che tanti cattolici e una parte dell’opinione pubblica laica attendevano con trepidazione?
E poi analizzando, con ottica sistemica, l’istituzione chiesa, i suoi limiti e la sua sostanziale immobilità. Papa Francesco non è quel rivoluzionario né tanto meno quel riformista che a molti piace.
Il libro ha suscitato un certo dibattito che ho cercato di seguire. Mi hanno molto colpito le levate di scudi di cattolici progressisti che in un tentativo di difesa hanno cercato di replicare alle tesi di Marzano. Ma non ho trovato i loro argomenti molto persuasivi.
Credo il libro possa piacere a laici curiosi. Perché Bergoglio ha un suo appeal molto vasto tra i laici di sinistra, ambientalisti, pacifisti.
Io ne raccomanderei una lettura serena a quanti cattolici vogliono frequentare “un altro sguardo” sulla propria casa, disincantato, privo di astio ma sicuramente profondo e interessante.
Avendo partecipato in questi anni a parecchie assemblee e raduni delle chiese protestanti in Italia e avendo udito spesso l’invito a guardare con cordialità a quanto accadeva in casa cattolica per partecipare ai cambiamenti in atto, io raccomanderei la lettura del libro di Marzano anche allo sparuto drappello di protestanti.
Su molti temi la diversità con l’inerzia istituzionale cattolica è evidente.
Ma anche le chiese protestanti hanno un loro inevitabile carattere istituzionale.
Questo libro potrebbe suggerire utili riflessioni a chi desidera mantenere vivo il testamento di Lutero: una chiesa deve sempre sentirsi ed essere in riforma.
Specchiarsi nell’esiziale rischio dell’immobilismo e poterne assumere una critica, soprattutto per ogni leader, io lo trovo molto dinamizzante.
“Le grandi organizzazioni burocratiche, per svariati motivi, tendono a perpetuare se stesse mutando il meno possibile. Tra l’altro, i loro membri sanno che le riforme sono sempre pericolose, che rischiano di mettere a repentaglio privilegi, consuetudini, certezze, piccole rendite di potere e grandi meccanismi di dominazione. La stasi e il quieto vivere nella continuità stanno ovviamente a cuore soprattutto alla casta dei suoi funzionari. Credo che la stragrande maggioranza di costoro abbia tirato, in questi ultimi anni, quando ha compreso che la “rivoluzione” di Bergoglio era fatta soprattutto di annunci e finiva col riguardare soprattutto i messaggi del papa, un gran sospiro di sollievo per lo scampato pericolo” (p.154-155).
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