Lavoro

Lavoratori dello spettacolo, un’etica per diventare categoria

17 Luglio 2021

Un libello ironico e originale per trattare un argomento che più serio di così non si può, soprattutto in epoca di pandemia: il futuro dello spettacolo e dei suoi lavoratori.

“Sintonizzarci come categoria su una sintassi e un linguaggio comune, cosa che ora non avviene”. Si possono condensare così, usando le parole usate nella conferenza di presentazione del loro lavoro, le ragioni che l’anno scorso, dopo le prime settimane di lockdown, hanno spinto sette attori e/o autori teatrali – Antonello Cassinotti, Andrea Cramarossa, Simone Faloppa, Daniela Giordano, Federico Gobbi, Rita Pelusio, Sara Palma – e un musicista, Marco Schiavoni, ad avviare una discussione su un “codice etico” che in qualche modo riesca a sviluppare nei lavoratori dello spettacolo la coscienza di essere “categoria”. Essere categoria nel senso di sapersi tutelare nelle peripezie quotidiane che scandiscono una vita sempre più all’insegna della precarietà in questo settore, tanto più dopo la battuta d’arresto impressa dalla pandemia. Anche perché il futuro appare ancora oggi pieno di incognite, in attesa di una ripresa che non si sa quando arriverà davvero e che, in ogni caso, difficilmente consisterà in un ritorno allo spettacolo dal vivo nella stessa forma in cui lo abbiamo conosciuto prima del covid.

Ma dalla discussione è emersa anche la volontà di promuovere un ulteriore passaggio: “L’etica per sua natura si rivolge ai singoli, ma la domanda a cui abbiamo cercato di rispondere è quella che a suo tempo si pose in termini più generali György Lukács, cioè può un singolo diventare parte di una comunità, di un tutto?”. E allo stesso tempo di sottrarsi alla ripetizione del cliché degli attori che parlano di se stessi, per porre, invece, il tema più generale di una deontologia per l’intero comparto dello spettacolo dal vivo, che coinvolga tutte le relazioni tra i soggetti che ne fanno parte: dai produttori ai teatri al pubblico.

Alla fine la discussione che, in perfetta sintonia coi tempi, ha visto gli otto protagonisti e fondatori del collettivo “Itaca Etica” incontrarsi per otto mesi in videoconferenza, ha prodotto una mole di pensieri che si è condensata  in un volumetto, L’Edera, per un’etica rampicante nello spettacolo, pubblicato nelle scorse settimane da Edizioni Corsare. Per usare le loro parole: “Abbiamo resistito, riflettuto e argomentato: quali settori e quali palcoscenici vorremmo vedere, frequentare, contribuire a rifondare e lasciare in eredità?”

Aldilà dei contenuti di questo libello colpisce il modo in cui è stato scritto. Il compito complesso che gli otto autori si sono posti si stempera nella leggerezza con cui esso viene svolto e che evita al testo di cadere nel didascalico.  “Aforismi di un gruppo di teatranti” li definisce Dino Villatico, giornalista e musicologo, in uno dei due contributi “esterni” presenti nel libro; una medicina, come suggerisce il bugiardino pubblicato a pagina cinque, sconsigliata a chi è “allergico alla dialettica e intollerante ai calembour”. Nella loro ricerca di un’etica o, se vogliamo, di una deontologia del teatro, gli autori hanno riunito riflessioni a ruota libera, aforismi, appunto, ma anche “esercizi”, vignette, dialoghi, grafismi di sapore futurista, tutto giocato sul filo di un’ironia che non potrebbe essere più seria, alla ricerca di una categoria, appunto, quella degli attori di teatro, che negli ultimi anni, anche a seguito delle trasformazioni che hanno colpito il settore dello spettacolo dal vivo, sembra avere perso sé stessa.

Un tentativo di ricominciare daccapo, ad esempio dalla consapevolezza che quello di attori è un mestiere e che quindi non bisogna “dimenticare” di farsi pagare, di essere una categoria e che prima di firmare un contratto è consigliabile leggerlo e tenere presente che si gode di diritti fissati da un contratto collettivo nazionale:

Il teatro è un lavoro collettivo: sei responsabile degli altri prima che di te stesso. I diritti non rispondono all’economia e alle garanzie produttive; vanno assicurati, tutelati e difesi. Crescere nella propria capacità contrattuale è responsabilità collettiva di categoria: mai trattativa separata, individuale.

Perché se è vero che, come scrisse Marx, che “Milton scrisse il Paradiso Perduto come il baco produce la sua seta”, perché “era una manifestazione della sua natura”, è altrettanto vero che quello dell’arte resta anche un lavoro. Un lavoro che richiede di “Uscire dall’autoinganno del dono unidirezionale, senza compenso alcuno se non l’essere in scena in sé e per sé”, come scrive nel suo contributo Francesca R. Recchia Luciani, e che, al contempo, implica anche di avere un ruolo sociale, etico e politico, perché il teatro è politico per sua natura anche quando di politica non parla. Non è un caso se alcuni degli autori de L’Edera sono anche esponentidi alcune delle principali realtà collettive che in questi anni si sono battuti per dare voce e visibilità alle ragioni dei lavoratori dello spettacolo.

Dopo una prima presentazione “in presenza” a Brescia, presso Asterisco, libreria bistrot, ai primi di luglio, nuove occasioni di incontrare gli autori e discutere del libro e dei temi che esso affronta arriveranno dopo la fine dell’estate, proprio nel momento in cui ci si avvierà verso una ripresa delle stagioni teatrali e dello spettacolo dal vivo, in che modalità e per chi è materia di dibattito proprio in questi giorni. Comunque sia per i lavoratori del settore non sarà una situazione facile da affrontare: la “cassetta degli attrezzi” messa a disposizione da questo testo non può che venire utile.

L’EDERA. Per un’etica rampicante nello spettacolo 

Edizioni Corsare, 72 pagine, 10 euro

Il libro si può ordinare presso gli autori scrivendo a: itacaetica.edera@gmail.com

o presso la casa editrice  www.edizionicorsare.it – edizionicorsare@gmail.com

GLI AUTORI

Itaca Etica, collettivo composto da

Antonello Cassinotti – attore, performer, coordinatore del Tavolo Etico di C.Re.S.Co.

Andrea Cramarossa – attore e regista, fonda il gruppo di ricerca teatrale Teatro delle Bambole e il simposio permanente Artemvta – Etica e Ricerca.

Simone Faloppadramaturg, storyteller e maestro di strada.

Daniela Giordano – attrice, regista, autrice e sceneggiatrice.

Federico Gobbi – attore del gruppo di ricerca teatrale Teatro delle Bambole e fondatore del simposio permanente Artemvta – Etica e Ricerca.

Rita Pelusio – autrice e regista comica, vignettista (alla bisogna).

Sara Palma – drammaturga, sceneggiatrice, regista – co-fondatrice della realtà di genere Mujeres nel Teatro.

Marco Schiavoni – compositore e videomaker indipendente, dattilografo, promotore C.Re.S.Co. – Tavolo Etico.

CONTRIBUTI

Dino Villatico – giornalista e musicologo, critico musicale di Repubblica e docente di Storia della musica al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia

Francesca R. Recchia Luciani – filosofa, docente di Storia della filosofia dei diritti umani, Università A. Moro, Bari

 

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