Lifestyle

Stupor mundi vs horror vacui

14 Gennaio 2015

Ho una grave malattia.

Non credo sia incurabile, ma fino ad ora non ho trovato rimedio. Addirittura, mi pare di avere contagiato molte altre persone. Non mi è chiaro come si trasmetta, forse parlando, vuoi per prossimità, addirittura tramite amicizia. In me si manifesta con un sintomo evidente, in altri traspare dai discorsi, dalla voce, dalle parole. Forse per loro è in una fase solo iniziale. Qualcuno me l’ha scambiata per una virtù, per esperienza, a volte per freddezza…

Non riesco ad arcuare assieme le sopracciglia.

Da anni ormai i muscoli facciali non fanno il loro dovere, non rispondono all’impulso.

Quando ci provo, la sinistra sale più della destra e così al posto dell’espressione di stupore, quella che si rappresenta con O.O, viene fuori qualcosa tra lo scetticismo e l’incredulità, la furbizia e la complicità.

Questa grave malattia ho vista manifestarsi in molte persone, specie negli ultimi giorni; i sintomi sono nei commenti ai fatti di cronaca.

 

Milioni di persone sfilano per la libertà di espressione a Parigi. – Sì ma per i morti della Nigeria non sfila nessuno eh…

Napolitano eletto per la seconda volta. – Bravo, ma per quello stipendio lo rifarei anche io…

Papa Bergoglio rinuncia all’appartamento pontificio. – Tanto mica va a stare in una baracca…

I parlamentari del movimento 5 stelle rinunciano allo stipendio. – Ma sì, tanto rispetto al bilancio dello Stato cosa fanno quei quattro soldi?

Dodici morti alla redazione di Charlie Hebdo a seguito di un attentato. – Eh non va bene, però un po’ se la sono cercata…

Rapite due ragazze mentre facevano volontariato. – Ammirevoli, ma devono proprio andare a ficcarsi nei guai? Poi dobbiamo pagare noi…

Sonda atterra su una cometa. – Ecco, ma che paghiamo a fare queste ricerche, tanto domani cosa mi cambia?

 

Io vedo in tutte queste reazioni del “sì, ma…” una grande incapacità di stupore.

Milioni di manifestanti, un fatto mai accaduto nella Repubblica, un Papa che rinuncia ai privilegi, parlamentari che fanno gesti simbolici forti, gente uccisa perché faceva satira, ragazze che rischiano in nome di un ideale, un manufatto umano che raggiunge luoghi inesplorati…

Perché al posto di dire “Eh vabbè ma lui…” non diciamo “Urca! E io?”

Questo mi spaventa, mi preoccupa. Mi stupisce (ma non posso manifestarlo, maledetto sopracciglio!). Senza stupore, che ne sarà di noi? Ci sentiremo sempre in dovere di dire qualcosa, di banalizzare tutto, di vedere mediocrità ovunque?

Mi sento ottimista, quindi non credo che lo stupore si sia estinto. La malattia è solo agli inizi, lo stupore non si vede, è come censurato per paura che sembri ingenuità, inesperienza o entusiasmo infantile.

C’è posto per le analisi, per gli approfondimenti, per le critiche, anche per le dietrologie.

Ma c’è un posto per lo stupore? C’è un tempo per lasciarsi provocare, prima di scartare e appiattire?

Domani le analisi, ma oggi, almeno oggi, lasciamolo allo stupore.

 

Forse oggi con un po’ di esercizio riuscirò ad alzare entrambe le sopracciglia. Sì vabbè, però domani vado a fare le analisi.

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