Quirinale

L’addio di Napolitano allunga la dolce vita dei parlamentari

8 Novembre 2014

ROMA – Una boccata di ossigeno ha accompagnato la colazione in famiglia dell’intero arco costituzionale. Il primo sfoglio dei giornali ha innescato un’esultanza senza eguali nella storia della Repubblica Italiana. «Possiamo stare sereni – è stato il refrain – a questo punto non si andrà al voto prima del 2016». La notizia data da Repubblica, secondo cui «Napolitano lascerà il Colle alla fine dell’anno», rappresenta una certezza per le sorti della legislatura. Spiega agli Stati Generali un senatore forzista che conosce le dinamiche parlamentari come pochi: «Il dato politico è uno soltanto: le dimissioni del Capo dello stato a fine dicembre danno lunga vita al governo Renzi. I tempi sono segnati: dopo le dimissioni e con questo Parlamento – anche alla luce dei precedenti sull’elezione dei giudici della Consulta – ci vorranno almeno due mesi per eleggere il nuovo inquilino del Colle, scenario che dovrà vedersela con la congiuntura economica e con le regionali della primavera prossima. In questo modo la finestra elettorale si sposterebbe di diversi mesi slittando al 2016». Ecco. Se da un lato la notizia di Repubblica rasserena gli animi dei parlamentari “nominati”, restii a lasciare i divanetti del Transatlantico. Dall’altro c’è chi come il direttore del Sole24Ore, Roberto Napoletano, non avrà digerito che il pezzo di Repubblica sia stato firmato proprio dall’ex notista di Piazza Indipendenza, Stefano Folli, approdato qualche giorno fa nel quotidiano La Repubblica. In un velenoso editoriale, uscito mercoledì scorso sul Sole, Napoletano salutava l’esperto Folli con poco garbo: «La nota politica con quell’atmosfera delle recite in famiglia e la sua lingua da iniziati, il salotto quotidiano dello scambio, appariva già vecchia a Enzo Forcella nel ’59. Il principe moderno di questo salotto, Stefano Folli, ha scelto di prendere un’altra strada e, per rispetto a lui e a noi, abbiamo deciso di cogliere l’occasione per chiudere il salotto e il suo racconto quotidiano di una politica che appartiene al passato». Una politica che apparterrà (certamente) al passato, e si rivolgerà a 1.500 lettori. Ma questa volta – Napoletano se ne faccia una ragione – Folli ha dato una notizia che avrebbe spiazzato perfino Forcella.

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