Partiti e politici
Zaia, il più amato dai veneti
Mia nonna Maria, la mamma di mia mamma, mi raccontò, più di una volta, come fosse solita aggiungere un piatto quando apparecchiava la tavola. Quel piatto in più, diceva ridendo, era per Corrado o per Mike Bongiorno: ormai “virtualmente” di casa e protagonisti – attraverso la televisione – della routine domestica quasi a costituire un nucleo familiare allargato.
Corrado con il suo “Pranzo è servito” o Mike con uno dei suoi quiz sono diventati, per i miei nonni, una realtà così tangibile da non poter essere messa in discussione. Ovviamente la questione del “piatto in più a tavola” era un modo ironico per simboleggiare quella costante. Mia nonna il piatto mica lo metteva veramente, era il suo modo di scherzare sopra questa sua così profonda abitudine.
Cercare di spiegare le motivazioni della vittoria a valanga del Presidente Luca Zaia alle elezioni regionali con questo esempio famigliare farà certamente contenta mia mamma, perché mi permette di ricordare mia nonna, ma rischia di creare un enorme fraintendimento: il Presidente più votato in Italia non ha vinto perché ogni giorno all’ora di pranzo è stato in tv (e chissà se mia nonna avrebbe messo un piatto anche per lui?) ma perché è stato semplicemente “il più vicino”.
Zaia c’è e c’è ovunque: in televisione, sui social, sui giornali, alla sagra del paese, in caso di calamità, a proteggerci dal Virus. Il suo “esserci” così vicino, così amichevole, lo rende parte del nostro vissuto al di là dei meriti, al di là delle dichiarazioni che possono anche contraddirsi a distanza di 24 ore, al di là di quanto fatto o non fatto.
In definitiva, dunque, possiamo tranquillamente dire che il risultato di Zaia, anzi di Luca come si fa abitualmente chiamare, è assolutamente oltre i confini della politica e non soltanto in termini numerici. I Veneti si sono riconosciuti, affidati, a tratti immedesimati.
La sua è stata un’assunzione a laico Patrono del Veneto: con la politica non ha nulla a che vedere; è stato proclamato, non eletto, per caratteristiche personali, per abilità nelle relazioni e nella comunicazione, non per una “piattaforma politica e amministrativa”.
In questo senso l’attrazione giornalistica per il confronto/scontro Zaia – Salvini, pur essendo ampiamente legittima perché è l’unica partita da commentare, appare fuorviante. Il modello Zaia è un modello Veneto e per il Veneto fatto da un Veneto. Non si può esportare con le stesse caratteristiche e, con tutta probabilità, con gli stessi risultati.
Nel privato i più critici nei confronti di Zaia sono quegli alleati orfani del periodo d’oro di Galan. L’idea del “Grande Veneto” Galaniano, fatto di grandi infrastrutture strategiche, di macro regione europea, di sostegno al mondo produttivo e finanziario, non c’è più.
Quello di Zaia è il “Veneto del quotidiano”, delle cose da fare, della retorica delle maniche rimboccate, del “non mettiamoci troppo in mostra” e, in modo evidente, della rivendicazione identitaria per la quale la riforma autonomista è stata caricata di un significato – referendum compreso – che va oltre i confini stessi di questa tanto attesa revisione dei rapporti tra Regioni e Stato.
Chi si è proposto in alternativa a Zaia nulla ha potuto. Denunciare mancanze e carenze dell’amministrazione regionale (che pure ci sono), proporre idee alternative, promuovere una visione diversa di Veneto (assolutamente legittima) era come voler giocare a briscola quando la partita era a Scala 40. Tutto giusto, ma fuori tema.
Covid e dirette televisive altro non hanno fatto se non allargare di qualche punto le dimensioni della vittoria.
Zaia è il miglior politico italiano e il più grande amministratore locale che si sia mai visto nella storia? Probabilmente, no!
È il più capace interprete del Veneto di oggi? Assolutamente, si!
E chi vuole ripartire dopo la batosta presa o chi vuole iniziare a costruire per il “dopo Zaia” dovrebbe interrogarsi proprio sulle caratteristiche e sui motivi che rendono Luca, il Governatore, così dentro la testa (e il cuore) dei cittadini veneti. I programmi, le bandiere dei partiti, le assemblee, le primarie, le direzioni, le candidature a consigliere, vengono molto dopo.
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