Partiti e politici
Voi tifate per il disastro: lo sapete che se non arriva governeranno trent’anni?
È da stamattina che, nei cieli digitali e nelle bolle virtuali degli oppositori al governo gialloverde, tira un’aria precisa e prevedibile. L’annuncio dell’accordo di governo sulla nota di aggiornamento del DEF, infatti, contiene diversi elementi significativi, per il prossimo futuro. Quelli tecnici riguardano per ora soprattutto alcuni dati generali (e generici): la manovra prevederà la possiblità di arrivare a un rapporto deficit/pil del 2,4%, sostanzialmente in linea con gli ultimi dati, mentre Tria si era impegnato a mantenere fede agli ambiziosissimi impegni pregressi che parlavano di 1,6%. Spendendo soldi in deficit, cioè in eccesso rispetto alle entrate, è possibile secondo il governo iniziare a onorare quella parte di promesse elettorali finite nel famoso contratto di governo.
Chiaramente, ovviamente, un accordo di questo tipo non poteva che generare alcune conseguenze immediate, anche prima (ben prima, visto che se ne parlerà verso la seconda metà di Ottobre) di poter conoscere i contenuti concreti della manovra economica del governo. Le reazioni critiche sono arrivate naturalmente da Pierre Moscovici, commissario europeo per gli affari economici e monetari, che ha criticato l’impostazione del documento, aggiungendo però una clausola di prudenza abbastanza inusuale, nelle sue esternazioni, quando ha specificato che ovviamente l’Europa può emettere sanzioni, ma che non è nel suo spirito andare allo scontro. L’altra ovvia reazione è arrivata dagli operatori dei mercati che, come ogni giorno, hanno aggiornato il prezzo delle cose che vendono e comprano.In questo caso, il prezzo del debito italiano è salito perché questo debito è destinato a crescere o comunque a non diminuire, e siccome siamo già un paese fortemente indebitato e che cresce poco le probabilità che non saremo in grado di restituirlo crescono. Così cresce lo spread, cioè la differenza di resa tra il debito italiano (un debito rischioso che quindi rende tanto) e quello tedesco (un debito sicurissimo, che non rende niente).
In questo quadro, chi si oppone al governo gialloverde indica la strada del burrone verso il quale sicuramente ci stiamo dirigendo, a volte con toni davvero apocalittici. Lo spread arriverà rapidamente a 500 e le famiglie saranno presto appesantite nelle spese correnti. L’Europa boccerà questa manovra e andremo allo scontro, magari fino alle estreme conseguenze. Ora, se questo scenario foschissimo dovesse davvero avverarsi, è ampiamente prevedibile che la maggiaranza di governo si lanci in una nuova campagna elettorale agitando le “evidenze” di un complotto dell’Europa e dei mercati, peraltro con buone probabilità di successo elettorale. Peraltro, a subire le conseguenze di questa situazione sarebbero proprio i ceti più deboli, e si aprirebbe ancor di più una ferita sociale già profonda. Auspicare tutto questo nella speranza di una futura sconfitta elettorale della maggioranza di oggi, quindi, è come minimo miope.
Ma c’è anche un altro scenario, davvero non trascurabile come ipotesi, del tutto diverso. A un certo punto i mercati daranno un prezzo nuovo, sicuramente più alto di quello dei mesi scorsi, al rischio paese, ma a quello si fermeranno. L’impatto sulla vita di tutti sarà più limitato di quanto temuto, o auspicato. Le misure promesse intanto arriveranno “a terra”: un po’ di gente andrà in pensione quando ormai non ci sperava più, parecchia gente prenderà qualche centinaia di euro al mese nella forma del reddito di cittadinanza. Consenso, tanto, maledetto e subito, da spendere nel medio periodo, in questo schema di alleanze o in altri, vecchi o nuovi: in questa fase, poco rileva. Nel frattempo, con le adeguate coperture frutto per lo più di tagli alla spesa (che sono già iniziati, ad ogni livello amministrativo), non è detto che l’Europa bocci questa manovra. Oggi appare probabile, ma cosa succederà ad Ottobre non lo sappiamo, proprio perché non sappiamo quale manovra verrà effettivamente presentata.
Se così andasse, sarebbe difficile contestare lo storytelling di un governo già pronto a rivendicare che “con le maniere forti si stanno cambiando in meglio l’Italia e l’Europa”. Ovviamente le variabili sono tante, e tutto può succedere. Dare per scontati gli esiti come fossero destini scolpiti nella pietra, però, è un errore più volte verificate. Che una memoria breve, parliamo di appena pochi anni, sconsiglia di ripetere.
P.s. Diversi attenti lettori hanno suggerito che, qualora invece dall’Europa arrivasse effettivamente una bocciatura, è probabile che il dividendo elettorale sia comunque tutto a vantaggio del blocco di governo. Una suggestione che mi pare sensata e da tenere in considerazione.
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