Partiti e politici
Una storia “disonesta”
La storia è presto raccontata: due giornalisti, Mattia Feltri e Marco Travaglio, vedono in maniera diversa la stessa vicenda.
Uno dei due, Marco Travaglio, invece di invocare come motivo della divergenza, com’è naturale, una diversa visione delle cose, preferisce accusare l’altro di pensarla diversamente da lui perché, diversamente da lui, è asservito al potente di turno:
“Non si fa prima a dire subito che le intercettazioni sgradite a Renzi sono brutte e quelle gradite a Renzi sono belle?”
Feltri reagisce immediatamente : dopo avere rianalizzato il merito della questione, risponde sul “metodo” utilizzato dal collega:
La storia è esemplare di un certo modo di affrontare i temi della politica che mi appare sempre più deprimente e che va diffondendosi.
Importante, per molti, non è affrontare il merito delle questioni ( nel caso in questione la liceità della pubblicazione di una intercettazione) ma classificare chiunque la pensi diversamente secondo una logica di schieramento.
( “La pensi così ? Non puoi che essere renziano, salviniano, grillino ecc.
Guarda me, piuttosto, che sono la Via, la Verità e la Vita…” ).
Chiudo con le parole del ritornello di una vecchia canzone di Stefano Rosso:
“Questa, amici miei, è una storia disonesta
e puoi cambiarci i personaggi ma
quanta politica ci puoi trovar…”
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