Partiti e politici

Una legge elettorale paradossalmente più utile al M5S

14 Ottobre 2017

Elezioni 2018Restando in attesa della definitiva approvazione di questa nuova riforma elettorale denominata Rosatellum, indicata come il sistema voluto per silurare il Movimento 5 Stelle, all’indomani della sua promozione alla Camera, ci accorgiamo che paradossalmente questa riforma, alla fine della giostra, favorirà proprio il partito che avrebbe dovuto penalizzare di più. Vediamo insieme come.

Attualmente sondaggi di pochi giorni fa assegnavano al Partito Democratico, un ottimistico 28% e Forza Italia quotata a poco più del 14%.  Ipotizzando il tanto declamato inciucio tra Berlusconi e Renzi, la coalizione si attesterebbero al 42%. Se a questo aggiungiamo un ulteriore ottimistico 2% di Alternativa Popolare, ci accorgiamo che siamo ancora lontani da raggiungere la maggioranza parlamentare necessaria per governare. Chi potrebbe in questa circostanza prestare la propria stampella al secondo renzusconi? Fratelli d’Italia secondo me, per la scarsa indole di osservanza alla parola data, potrebbero in ultima analisi accettare, ma questo rappresenterebbe il quasi azzeramento del partito, non avendo poi un suo futuro di credibilità elettorale. La Lega, partito opportunista per antonomasia, ponendo alcune condizioni in materia di autonomia per il Lombardoveneto, potrebbe prestarsi a questa operazione, solo che il Partito Democratico, oramai abituato a mal sopportare il sostegno berlusconiano, non digerirà l’accostamento con i leghisti. Ovviamente se il centro destra non dovesse ipotizzare nell’ambito della campagna elettorale un accordo unitario che comprenda Lega e Fratelli d’Italia e Forza Italia, quest’ultima sarà certamente destinata ad un pesante travaso di voti che andranno ad allargare le file proprio di Lega e in parte dei Fratelli d’Italia, rendendo ancor più inarrivabile il coefficiente di maggioranza insieme con il Partito Democratico.

Dall’altra parte il partito Democratico non è più considerato forza di sinistra, motivo per cui sarà ferocemente osteggiato da Articolo Uno e Sinistra Italiana, che potrebbero incrementare di qualche decimale l’attuale rispettiva posizione pari a 3,5% e 2,2%.

Una coalizione di centro destra, laddove possibile, visto lo strappo tra Lega e Fratelli d’Italia, avendo i primi osteggiato la riforma elettorale che invece è stata immediatamente votata dai secondi, considerando anche una eventuale risposta positiva del proprio elettorato, raggiungere o superare il 38%, al momento parrebbe molto poco probabile.

C’è anche da verificare, propri grazie alla riforma e a tutte queste probabili alchimie numeriche, che decidano di correre tutti per propri conto, consapevoli dell’impossibilità che nessuna maggioranza potrà raggiungere il quorum necessario, per poi porre in essere il vecchio motto di Macchiavelli, ovvero che il fine giustifica i mezzi, pur di raggiungere il potere o di conservarlo. Tanto ne siamo tutti più che certi, che l’attuale nostra classe politica non si porrà alcun ripensamento di carattere etico, avendoci già da molto tempo dimostrato di non possedere più la dote della franchezza e della dignità politica di fronte alle istituzione e soprattutto verso il popolo.

Le troppe parti in gioco porranno in essere una ardente campagna elettorale dove sarà un vero e proprio tiro al piccione, solo che l’ipotizzato accordo renzusconiano sarà un campo di battaglia dove molti attori si troveranno d’accordo per sparare contro il Partito Democratico e Forza Italia. Motivo per cui, salvo stravolgimenti al momento non immaginabili, proprio i due partiti dell’ipotizzato inciucio saranno destinati ad una debacle elettorale.

In tutto questo marasma politico, dove i due partiti tradizionali di punta saranno quelli più bersagliati dalla belligeranza elettorale, non è improbabile che il manifestato tradimento di ideali politici, per meri fini di conservazione della specie politica, peraltro mal vista, possa far notevolmente crescere il Movimento 5 Stelle. Una crescita che comunque non gli consentirà di arrivare da solo a governare il governo, ma non essendoci alternative maggioritarie, il Presidente della Repubblica, per quanto favorevole all’inciucio renzusconiano, si vedrà costretto ad assegnare a Di Maio l’incarico perlustrativo per formare il Governo. Ed è qui che ci sarà da ridere, almeno lo spero, anche perché le circostanze potrebbero anche portarci in una assenza di governo e pur di evitare di andare a nuova consultazione elettorale, anche in presenza del nuovo Governatore della Banca Centrale Europea che certamente non sarà così malleabile come lo è stato Draghi, con noi, potrebbe portarci ad un nuovo governo tecnico.

Di Maio, avuto l’incarico di formare il governo, si presenterà alle camere prospettando un programma di governo articolato su pochi punti cruciali: Reddito di Cittadinanza, nuove norme anticorruzione, eliminazione dei privilegi in capo ai politici, nuove norme di controllo sul sistema bancario, rivisitazione del tanto contestato Jobs Act e abolizione o modifica della legge Fornero. Tutti aspetti questi che la stragrande maggioranza dei cittadini si aspettano, motivo per cui sarà interessante verificare come si comporteranno i vari partiti, soprattutto quelli di sinistra. Non essendo interesse di nessuno andare a nuove elezioni, in quanto queste potrebbero rappresentare l’apoteosi del Movimento % Stelle, per un po’ di tempo, immagino che Di Maio riscalderà, speriamo costruttivamente per il paese, la poltrona di capo del governo.

 

 

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