Partiti e politici
Un ministro pagano della cultura?
Viene naturale porsi una siffatta domanda dopo aver visto un video ripescato dalla rete di Alessandro Giuli, nuovo Ministro della Cultura, che interpreta forse un Arvale (i sacerdoti che officiavano il culto della Dea Dia) in un’atroce scenetta dal tono agreste in cui la Dea Dia, divinità romana di una trentina d’anni prima di Cristo, feconda la terra, mentre Giuli-Arvale suona una specie di flauto e poi proclama una litania (credo di sua composizione) sulla divinità romana della fertilità.
Racconto brevemente il video: Giuli è seduto in un campo di grano e tiene tra le mani un flauto che comincia a suonare senza grande perizia. Ecco che all’improvviso spunta la Dea Dia da quelle che sembrerebbero le rovine di un tempio romano. Ella, la Dea, indossa un lungo abito bianco, di foggia antica, e porta un velo sulla testa. Poi lascia cadere il velo e lo spettatore attonito intravede finalmente nelle sue mani un mazzo di spighe, simbolo per l’appunto di fertilità, che dà lo spunto a Giuli per recitare (maluccio, diciamo la verità) la sua orazione alla Dea.
Egli, il futuro ministro, afferra anche lui due mazzi di spighe e parte con la recita da oratorio: “Dea Dia, Kerres (altro nome attribuito alla Dea che si trasformerà qualche anno più tardi nella Dea Cerere), Tellus (altra dea romana della fecondità, “Madre delle messi”), Dea Dia (again…) la terra splendente ti avvolge nel suo cerchio e nel manto celeste (qui poi dice qualcosa che non si capisce), Kelles, il mistero della terra fecondata, il mistero della madre!”. Fine.
Ecco, chi ha pubblicato il video su X non ha specificato in quale contesto fosse stato messo in onda dal secondo canale della Rai, Ma credo che tutti noi possiamo ritenerci giustamente orgogliosi di non essere mai apparsi in una pagliacciata del genere, indipendentemente dal contesto in cui fosse stata schiaffata detta pagliacciata.
Non sappiamo quindi se la nota passione del ministro Giuli per la storia romana, passione derivata dalle sue note simpatie per il ventennio, sia solo un richiamo alla bellezza dei miti dell’antica Roma o se il ministro invece non si ritenga per davvero un pagano, ovvero non abbia deciso di adottare anch’egli la religione di quelli che considera i suoi illustri predecessori politici.
Ma se anche Alessandro Giuli fosse pagano, bisogna capire che la sua nomina era l’ultima delle cartine che poteva giocarsi la Meloni. L’altro intellettuale di area, Pietrangelo Buttafuoco, attuale Presidente della Biennale, si è infatti convertito nel 2015 all’Islam e sarebbe stato veramente un po’ eccessivo (per Fratelli d’Italia) nominare Ministro della Cultura un musulmano (seppur di origini italiane…).
Ma il ministro Giuli non si deve preoccupare: gli italiani sono un popolo tollerante e siamo abituati alle stranezze dei nostri passati imperatori. Caligola che nomina senatore un cavallo e oggi il ministro Giuli che si presenta togato alle riunioni della commissione cultura, tonitrüante odi alla Dea Dia, mentre magari scopre il petto sul quale si dice sia tatuata un’aquila romana (quella fascista, per essere chiari).
Insomma, non gli chiediamo di farsi vedere inginocchiato sull’altare che fa la Comunione. Gli chiediamo una cosa sola: di farci divertire come ha fatto il suo predecessore, il povero e tapino San Giuliano, che non si è fermato davanti a nulla, né a portarsi in giro l’amante, né a piangere in televisione chiedendo scusa alla moglie.
Certo, non vogliamo che il ministro ripeta le stesse identiche performance di chi lo ha preceduto, ma, per favore, Ministro, abbondi in gaffe, errori storici, date sbagliate, senza però commettere certi errori un po’ più gravi come definire Putin un patriota, che le potrebbero costare la cabeza.
Se infatti anche la sua testa dovesse saltare, la povera Meloni che ha scelto di nominarlo Ministro perché le piace circondarsi di persone fidate (Giuli è il fratello della portavoce di Arianna Meloni), dovrebbe ricominciare a guardarsi in giro, con il rischio di trovarci come Ministro della Cultura il responsabile della sede di Colle Oppio (onore ai segretari di sezione, specie se stanno per diventare Ministri della Cultura).
Insomma, italiani di destra, tenetevi pronti: nomine in arrivo, qui si vive alla giornata.
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