Partiti e politici
Tesla. Karl Marx vs. Nicola Fratoianni e la moglie Elisabetta Piccolotti
La Tesla è di mia moglie. Il socialismo pure. Un’intervista impossibile con Karl Marx.
Tesla. Karl Marx vs. Nicola Fratoianni e la moglie Elisabetta Piccolotti
Premessa:
Tutto quello che leggerete qui è assolutamente autentico. Non Karl Marx, ovviamente – lui è un ospite immaginario – ma le parole di Nicola Fratoianni ed Elisabetta Piccolotti sono esattamente quelle che hanno pronunciato sul caso Tesla-Elon Musk il 12 marzo su: Il Foglio.
Marx, dal canto suo, ha ormai accettato che il suo progetto non sia andato come sperava. Ma non ha perso la voglia di ridere delle contraddizioni del presente. Così, con la leggerezza di chi non ha più nulla da perdere (e, soprattutto, nessuna rata da pagare), si cimenta in un duetto surreale con due esponenti della sinistra italiana alle prese con un dilemma morale di quelli davvero epocali. Si può guidare un’auto elettrica prodotta da un miliardario di destra?
Nicola Fratoianni: “La Tesla? Ma non è mia. È di mia moglie. Se vuole sapere della Tesla, chiami pure lei.”
Karl Marx: Un’ottima strategia, scaricare la proprietà sui familiari. Un classico intramontabile. Quindi se un giorno ti chiederanno delle politiche dell’opposizione, risponderai che è colpa di tuo cugino?
Nicola Fratoianni: “Parli con mia moglie, le dico. Lei sa come funziona. Io al limite, e assai raramente, la guido.”
Karl Marx: Ah, quindi il problema non è averla, ma conoscerne il funzionamento. È una difesa interessante. Un po’ come dire “posseggo un castello, ma siccome non so come funziona il ponte levatoio, non conta.”
Nicola Fratoianni: “Valuteremo, vedremo, forse, chissà.”
Karl Marx: Il manifesto perfetto per un partito moderno. Slogan d’impatto, decisione ferma, linea chiara. Me lo segno.
Karl Marx vs. Elisabetta Piccolotti
Elisabetta Piccolotti: “Purtroppo, [la Tesla] l’ho comprata anni fa.”
Karl Marx: È successo a tutti, no? Ti svegli una mattina, fai due passi, ed ecco. Senza neanche accorgertene, hai comprato una Tesla.
Elisabetta Piccolotti: “Siamo rimasti fregati.”
Karl Marx: Ah, la disperazione di chi scopre troppo tardi di aver finanziato il nemico. Come quelli che mangiano un hamburger e solo dopo scoprono che era di McDonald’s.
Elisabetta Piccolotti: “L’abbiamo presa prima che Musk diventasse nazista.”
Karl Marx: Ah, capisco. Quindi compravi solo da imprenditori democratici e progressisti? No, perché, se andiamo a controllare il curriculum di certi magnati, potresti scoprire che la lista della spesa diventa molto breve. Immagino che prima di comprare il pane tu faccia un’indagine approfondita sul fornaio.
Elisabetta Piccolotti: “L’abbiamo presa col leasing quindi per ora non è possibile. Ma quando sarà, certo, ce ne libereremo. La venderemo.”
Karl Marx: Ah, la libertà attraverso il finanziamento a tasso agevolato. Non proprio l’abbattimento delle catene dell’oppressione, ma ognuno ha la rivoluzione che si merita.
Elisabetta Piccolotti: “Musk è un nazista – continua Piccolotti – e però la Tesla funziona. L’ho usata sempre nell’ultima campagna elettorale per le Europee.”
Karl Marx: Certo, perché il problema non è il simbolo, ma l’efficienza. Se funziona, allora possiamo chiudere un occhio. Perché è così che si costruiscono i grandi ideali, no? A seconda della batteria.
Elisabetta Piccolotti: “Un dispiacere, sì. Ma quando l’ho presa era un altro momento, e l’ho pagata anche poco.”
Karl Marx: Ah, il prezzo giusto cambia tutto. L’etica ha una soglia psicologica. Sotto i cinquantamila euro è tollerabile.
Elisabetta Piccolotti: “Quarantasette mila euro. Eravamo felici con l’auto elettrica. Ma adesso…”
Karl Marx: …adesso ci siamo accorti che l’etica non è in garanzia.
Elisabetta Piccolotti: “Adesso benché efficientissima – e su questo Fratoianni è d’accordo – quest’auto è un peso politico.”
Karl Marx: Certo, il problema non è possederla, ma farsi vedere mentre la si guida. Non è la macchina che pesa, è lo sguardo degli altri. Una tragedia moderna.
Elisabetta Piccolotti: “Sull’auto ho appiccato un adesivo – dice la deputata – me l’ha regalato mia sorella per il compleanno.”
Karl Marx: Un adesivo per ripulire la coscienza. Magnifico. Quindi basta un pezzo di carta per trasformare un simbolo imbarazzante in un atto di resistenza? Funziona anche per altri ambiti o è un’esclusiva Tesla?
Elisabetta Piccolotti: “L’ho comprata prima di sapere che Elon fosse pazzo. In California questi adesivi sono diffusissimi.”
Karl Marx: E certo! Perché il capitalismo ha pensato anche a questo. Vendervi un modo per dissociarvi dal prodotto che avete già pagato. Un capolavoro.
Elisabetta Piccolotti: “Io sono stata pioniera nell’acquisto dell’auto che non inquina, ma oggi non è più il caso. Però la mia Tesla mi fa pensare.”
Karl Marx: Ah, meno male. Meglio tardi che mai. Dimmi, hai pensato anche al fatto che l’estrazione del litio non è esattamente una passeggiata ecologica? O la sostenibilità finisce dove iniziano le comodità?
Elisabetta Piccolotti: “Al fatto che invece d’investire in armi sarebbe bello se l’Europa decidesse di investire davvero nelle tecnologie al servizio della transizione ecologica. Perché questo è un tassello fondamentale della difesa della democrazia europea e della sua economia.”
Karl Marx: Già, un’Europa che investe solo in tecnologie pulite. Un sogno bellissimo. Ma dimmi, chi produrrà quelle tecnologie? Chi controllerà i brevetti? Chi farà i profitti? Perché, vedi, io ho studiato un po’ la storia. E di solito non funziona mai come nei discorsi elettorali.
Ottimo ma nessuno dice cosa ci fanno marito e moglie in Parlamento. Passi per l’ex segretario di Vendola che a sua volta era segretario dei segretari di RC da Sergio Garavini a Bertinotti. Ma questa Piccolotti chi è oltre a essere ” moglie di”? Si dirà: ” è una nota attivista, con esperienze straordinarie nel campo della ecologia, politica e filosofia! Ricorda la FamIglia Cancelleri con un fratello, una sorella e una cognata in Parlamento della serie ” deputati per caso”. Vero c’era stato l’esempio dei genitori di Rosa Iervolino ma si erano conosciuti facendo politica di alto livello nel Trentino entrambi. Il caso felice di una donna cattolica di alta levatura e di un segretario del secondo Partito di massa italiano , beh quella è una storia sentimentale che appartiene alla Storia.