Partiti e politici
Silvio libero nel giorno della Festa della Donna (non è uno scherzo)
Se proprio l’8 Marzo, giorno in cui le donne festeggiano decoro e sofferenza, si trasformerà nella liberazione ufficiale dai ceppi di Silvio Berlusconi, al quale oggi proprio un giudice (donna), tal Beatrice Crosti, ha concesso uno sconto di pena di un mese e mezzo che si concluderà in quella data (pena, insomma, diciamo sgavazzo temperato tra valzer d’ospizio e collanine in quel di Cesano Boscone), allora ci si dovrà interrogare sulla potenza del destino che unisce in modo indissolubile, attraverso quel momento “storico”, la sua vicenda giudiziaria a quell’altra sponda altrettanto tumultuosa e appassionata della sua vita che lo ha legato sin da ragazzo all’universo femminile, consegnandolo poi all’agorà politica del mondo intero come l’impenitente puttaniere di estrazione italiana.
«C’erano sette o otto ragazze intorno al letto. Lui camminava nudo. Poi un carnaio. Non c’erano preservativi… Tutte le donne pensavano solo a lui, doveva essere soddisfatto in ogni modo. Era il Re della Festa». Parrebbe uno dei tanti racconti di una olgettina qualunque, frammento di una seratona di Arcore, tra riproduzioni di falli da passarsi da ragazza a ragazza come la scopa in una vecchia festa di paese quando chiedevi di ballare a una dama già accompagnata, ma sarebbe inutile rievocare adesso quei momenti eroici del nostro vecchio premier se non fosse che, come in una staffetta ideale, coincidono con una storia parallela altrettanto significativa. Quella che avete letto, infatti, è parte della testimonianza di Jade, una delle due grandi accusatrici di Dsk. Oggi il destino, o il diavolo se volete, confonde pentole e coperchi, perché non è solo l’immagine dell’8 Marzo, il fine-pena di Berlusconi, a richiamare una suggestione, ma anche la coincidenza, questa sì davvero stravagante, con l’inizio del processo per “sfruttamento aggravato della prostituzione” a carico di Dominique Strauss-Kahn, 65 anni, già ministro e all’epoca dei fatti potentissimo direttore del Fondo Monetario Internazionale. Un processo che fa scalpore in cui Dsk è imputato con altre 13 persone.
La difesa, che sia italiana o transalpina, viaggia sulla banalità leguleia e non cambia poi di molto quando il borghese piccolo piccolo deve giustificare di fronte alla morale dei giudici i suoi comportamenti privati, per cui anche per Strauss-Kahn, con l’obiettivo di salvare la ghirba, vale l’assunto berlusconiano secondo cui “non sapevo che le ragazze fossero pagate”. A differenza delle olgettine, a cui il rag. Spinelli garantiva una decorosa pensione, qui due fanciulle paiono cazzutissime e proprio Jade ha risposto così ai pm sull’argomento: «Monsieur Strauss-Kahn, vuole davvero farci credere che è molto naif oppure è convinto che siamo tutti coglioni? Immaginava che tutte queste ragazze giovani, presenti unicamente per soddisfarlo, fossero lì per i suoi occhi?»
Naturalmente sì, dovremmo rispondere noi che maschi siamo e molto illusi anche sulle nostre proprietà estetico-intellettuali, credendo in fondo che gli affaracci privati, per disdicevoli che siano – ma poi chi è in grado tracciare la morale dei comportamenti altrui? – si debbano risolvere all’interno delle nostre povere anime. Così almeno la pensa anche Elisabeth Levy, direttrice di «Causeur», secondo cui nel caso di Strauss-Kahn “è importante notare che tutte le prostitute erano pienamente coscienti di ciò che andavano a fare, non mi risulta che ci fossero minorenni, oppure violenze… una donna ha il diritto di prostituirsi e un uomo può andare con prostitute”.
Sarà interessante seguire l’evoluzione del processo a Dsk con i suoi inevitabili ricaschi sociali, ricordando comunque che nel caso del nostro caro Silvio il reato parlava di prostituzione minorile a cui i giudici d’appello diedero una visione più rassicurante assolvendolo in seconda battuta perché, in qualche modo (ma in quale modo?) inconsapevole della tenera età di Ruby. Detto ciò l’8 marzo Silvio B. sarà libero da tutto. Ricevendo la mimosa da vostro marito, non dimenticatelo, ragazze.
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