Partiti e politici

Sessanta milioni di figli

8 Giugno 2019

Sessanta milioni di figli. Caspita. Povera la madre che ne ha partoriti così tanti. A meno che il capitano non si sia divertito a impollinare varie signore e signorine che avranno dato poi seguito a parti plurigemellari. O, forse, non abbia raccolto con molteplici masturbazioni (a molte, verbali, abbiamo assistito nel corso degli anni) la preziosa sostanza in provette depositate in apposite banche per raccogliere un’immensa progenie. Forse il capitano è pure ossessionato dalla crescita zero e avrà deciso di porvi un rimedio facendo tutto da sé…

 

Dio, Matria e famiglia?

 

“…Chi fa da sé fa per tre, poi io sono milanese e come tutti sanno da noi al Nord le cose si dicono e si fanno, mica come da altre parti dove si chiacchiera e basta. Se dico che ho sessanta milioni di figli lo dico perché ne sono certo. Li ho contati. In buona parte mi somigliano. Altri un po’ meno, ma forse alla banca del seme devono aver scambiato qualche provetta. Che dilettanti. Avrei fatto a meno di averne oltre la linea gotica ma maneggiare il rosario mi ha fatto riflettere a com’è bello essere padre di tanti figlioli. Mi fa star meglio sapere che la mia stirpe si diffonderà. Mi fa sentire un po’ come i figli di Noè, che riempirono il mondo di discendenti. Siamo tutti un po’ figli di Noè. Certo, i figlioli danno tanti pensieri, moltiplicateli poi per sessanta milioni. E bisogna dar loro un’istruzione, da mangiare, da dormire, da vestire… bisogna dar loro un’educazione, insomma, avere dei figli è impegnativo. Ah, non ci avevo pensato! Potrò richiedere degli assegni familiari, in fondo mi spettano con così tanti figli, no? Guarda, adesso, visto che sono al comando, mi faccio una legge apposta, solo per me: a tutti quelli che hanno sessanta milioni di figli spetta un assegno di mille euro al mese per ogni figlio, anzi, guarda, visto che siamo in Europa e che ci rompono tanto gli zibidei sui diritti sociali, me li faccio pagare da Bruxelles, non potranno dirmi di no, quei ridicoli burocrati che non capiscono niente.

Sto pensando a dove portarli in gita, certo, sono tantini. Forse dovrò farmi aiutare anche dalle mie mogli perché da solo, sessanta milioni, insomma. Ma che volete da me? È un’enorme responsabilità avere tanti figli, e mi esaurisce, certi giorni, provate voi al posto mio. Il tempo non basta mai. Una delle cose più insopportabili è dover andare a parlare con gli insegnanti per il loro risultato a scuola. E vabbè, insomma! Ho di meglio da fare che parlare con dei maestri che non sanno cosa vuol dire avere sessanta milioni di figli, e poi, credono di sapere ogni cosa, ’sti insegnanti. Quasi quasi li abolisco e obbligo tutti a studiare su internet, così si tagliano un sacco di stipendi e i miei assegni familiari sono più sostanziosi.

Ma cosa credete, che sia facile? E alle figlie bisognerà anche dare una dote. Perché credete che mi servano gli assegni familiari? Per risparmiare, no? Investirò in diamanti, come già fatto, così non si perde il valore dei soldi. Un diamante è per sempre, no? Certo, dovrò prendere in considerazione che ci saranno anche dei figli gay, è statisticamente probabile, anche se non lo augurerei a nessuno, l’è mei un fiòl leder d’un fiòl busèn. Ne abbiamo discusso a Verona con quegli altri che mi hanno consigliato di fare delle leggi per eliminarli, tanto sono inutili e non possono riprodursi. Ma io questo proprio non me la sento, e poi sono sempre utili per avere i voti. No, no, teniamoceli lo stesso. Tanto poi, alla fine, basta ignorare le loro stravaganze e si fa come si è fatto per secoli. Basta università, comunque, troppo costosa. È sufficiente l’asilo infantile, perché quando sono piccini, tutti insieme diventano ingestibili, anche per le tante madri. Ma un solo papà da condividere è assai impegnativo, anche perché i figli sono sessanta milioni ma la giornata è sempre di ventiquattro ore. Mah… sai che faccio? Parlo a tutti per tv o per internet, così sanno che a una certa ora sto sul monitor e li saluto tutti. Poveri cinni, che crudeltà non poterli abbracciare tutti, il mio bagno di figli non sarà mai completo.

Comunque, amen, sentirmi chiamare da tutte le parti è una soddisfazione che non ha prezzo, ti fa sentire presente, responsabile, fertile. Soprattutto prolifico.

Le madri, sì… certo, un po’ di attenzione la vogliono anche loro. Ma come faccio? È vero che non ho alcun bisogno di andare al ministero per lavorare, altri lo fanno per me, impegnato come sono ad accudire i miei sessanta milioni di figli. Le madri… di tanto in tanto le vedo, una pipatina e via, le devo mettere sempre incinte in modo che possano continuare a sfornare figli per mantenere la media elevata e magari superarla. Devo però trovare una soluzione. L’uovo sbattuto per recuperare non mi basta più. Forse con dei sosia? Farò fare delle maschere in latice in modo che non si accorgano della sostituzione. E già, è impegnativo essere padre e marito allo stesso tempo. Ah, dovrò anche provvedere a una legge per la poligamia, che mi riguarda. Ma solo per me. Sennò poi gli islamici alzano la testa e la vogliono anche loro, mai sia. Che palla al piede st’islamici, ma che vogliono? Qui bisognerà fare un’opera di colonizzazione e intervenire con crocifissi e rosari dappertutto. Appena arrivano, al centro di accoglienza, gli si dà in mano un rosario e gli s’insegna come usarlo. La prima cosa, prima ancora di dargli da mangiare. Poi si vede se tenerli o se rimandarli indietro. Possono sempre servire, non si sa mai, ma non bisogna farli sentire indispensabili, sennò poi diventano fastidiosi come le scarpe strette.

Ma torniamo ai figli. Dunque… bisognerà dotarli dell’arma di ordinanza fin dall’asilo, in modo che sappiano come farne uso per difendersi e per difendermi dagli attacchi di qualche oppositore che non capisce la responsabilità che ho di fronte ai miei sessanta milioni di figli. Ecco, si possono sostituire le scuole ufficiali con scuole di tiro, ottima idea. Non potranno negare questa esigenza nazionale, e così si dà anche lavoro a degli insegnanti utili, mica tutte quelle parole e numeri che hanno insegnato finora. Che gente inutile, gli insegnanti. Ecco, poi si darà lavoro a tante sarte, per fare i grembiuli a tutti ’sti figli. E questo è benessere, insomma, nessuno potrà dire che non penso al lavoro, anche se è un altro ministero. E meno male che ci penso io. Ma dura poco… ormai la gente ha capito che un padre con sessanta milioni di figli è uno in gamba, chi altri può vantare una simile progenie?

I figli sono pezzi di cuore, e il mio è un grande cuore. Io, poi, mi attengo al precetto di Einstein e racconto loro sempre delle favole: “Se vuoi che i tuoi figli siano intelligenti, racconta loro delle fiabe. Se vuoi che siano più intelligenti, racconta loro più fiabe”. Come sono contenti di sentirle… Certo bisogna inventarsene sempre di nuove, ma fa parte dell’impegno costante che mi sono assunto con tutti ‘sti milioni di figli. E io ci tengo che siano intelligenti, come piace a me. Avere sessanta milioni di gratitudini sarà la più grande soddisfazione della mia vita.”

 

© Massimo Crispi 2019

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