Partiti e politici
“Sereno e senza pregiudizi”: Berlusconi su Facebook dà il via libera al governo
Con queste parole, alla mezz’ora del primo tempo della finale di coppa Italia tra l’amato Milan e la Juventus, Silvio Berlusconi ha dichiarato, sul suo profilo Facebook, la non ostilità alla nascita di un governo tra Lega e Cinque Stelle. Ai due azionisti del futuro governo, ora, il compito di trovare la quadra, anzitutto, sul nome del presidente del Consiglio.
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Il Paese da mesi attende un governo. Continuo a credere che la soluzione della crisi più naturale, più logica, più coerente con il mandato degli elettori sarebbe quella di un governo di centrodestra, la coalizione che ha prevalso nelle elezioni, guidato da un esponente indicato dalla Lega, governo che avrebbe certamente trovato in Parlamento i voti necessari per governare. Questa strada non è stata considerata praticabile dal Capo dello Stato. Ne prendo atto.
Da parte nostra non abbiamo posto e non poniamo veti a nessuno, ma – di fronte alle prospettive che si delineano – non possiamo dare oggi il nostro consenso ad un governo che comprenda il Movimento Cinque Stelle, che ha dimostrato anche in queste settimane di non avere la maturità politica per assumersi questa responsabilità.
Questo lo abbiamo sempre detto, e per quanto ci riguarda non è mai neppure cominciata una trattativa, né di tipo politico, né tantomeno su persone o su incarichi da attribuire.
Se però un’altra forza politica della coalizione di centrodestra ritiene di assumersi la responsabilità di creare un governo con i cinque stelle, prendiamo atto con rispetto della scelta. Non sta certo a noi porre veti o pregiudiziali.
In questo caso non potremo certamente votare la fiducia, ma valuteremo in modo sereno e senza pregiudizi l’operato del governo che eventualmente nascerà, sostenendo lealmente, come abbiamo sempre fatto, i provvedimenti che siano in linea con il programma del centrodestra e che riterremo utili per gli italiani.
Se invece questo governo non potesse nascere, nessuno potrà usarci come alibi di fronte all’incapacità – o all’impossibilità oggettiva – di trovare accordi fra forze politiche molto diverse.
Di più a noi non si può chiedere, anche in nome degli impegni che abbiamo preso con gli elettori.
Tutto ciò non segna la fine dell’alleanza di centrodestra: rimangono le tante collaborazioni nei governi regionali e locali, rimane una storia comune, rimane il comune impegno preso con gli elettori.
Continuiamo a lavorare per tornare a vincere, ma soprattutto perché torni a vincere l’Italia.
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