Partiti e politici
Senza entusiasmi, ma solida: ecco com’è la fiducia degli italiani in Draghi
A ridosso del voto di fiducia in parlamento, gli italiani esprimono un moderato consenso al governo Draghi. La prudenza è la cifra dominante della ventata di ottimismo in corso, nonostante i moniti della terza ondata.
La fiducia degli italiani transita da un governo all’altro senza soluzione di continuità. Ma si alimenta di nuovi ingredienti, come per trasmutazione. Uno prima di tutti: il primato dell’economia. Sembra essere questo il filo conduttore delle aspettative degli italiani. Progetti concreti, opportunità, condivisione di risorse ma anche riforme. Nella sfida dell’emergenza, in cui ‘non c’è un prima e un dopo’, come afferma Draghi nel discorso al senato, e la barca va costruita nell’oceano.
La coesione sociale è coerente al raggiungimento dell’obiettivo della crescita. Sembra essere questa la chiave della fiducia nel cambiamento che sostiene l’adesione al nuovo governo. Non tanto per le singole riforme, su cui gli italiani non si fanno grandi illusioni, quanto proprio per questa volontà esplicita di conciliare le opposizioni. Nella ricerca di un nuovo modello di sviluppo in cui l’economia non dipenda solo dall’economia ma da identità, valori e idee di futuro.
Una promessa di sostenibilità che si rende credibile perché radicata a una scelta di campo. Far tornare i conti, valutandone le conseguenze. In un richiamo alla complessità come intento, riconosciuto al nuovo premier, di sincronizzare piani diversi.
Una visione a tutto campo che convince senza annullare diffidenze e preoccupazioni. Per molti primato dell’economia significa comunque ‘prima le banche’ e poi i cittadini, e mancanza di sostegno. Una visione più di centro destra che di centro sinistra. Ma cosa si intende d’altra parte per ‘sinistra’ in questo Paese?
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