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Sempre a Silvio dobbiam guardare (Visti i sondaggi del 2 gennaio)
Sempre premesso che il discorso non è politico, perché non può più esserlo da molti anni (la “messa è finita” oramai da molto tempo) e visto che l’ipotesi situazionista e surreale di Silvio al Quirinale come gesto artistico tutta interna allo spettacolo post-moderno è da considerarsi irrealistica, considerati i veti incrociati che lo inchiodano ad Arcore, bisogna ragionare sulla sceneggiatura teatrale dei prossimi mesi. I sondaggi ad oggi danno vincente il centrodestra sia nel caso di un centrosinistra ristretto all’accordo con il Movimento 5 stelle e a Sinistra Italiana, sia con l’aggiunta dei vari Renzi e Calenda, accorpati in uno schieramento tendenzialmente centrista. Certo non stiamo tenendo conto della notizia di ieri che ha visto pronunciarsi Massimo D’Alema per un rientro di Articolo 1 nel Pd, oramai sanificato dalla presenza del Matteo fiorentino. Baffo o non baffo, la situazione non appare modificabile. Stando ai sondaggi quindi ci troveremmo ad avere a che fare con Salvini o la Meloni a Palazzo Chigi, con Silvio in una posizione minoritaria. Ora, l’urlo imbarazzato di chi ha pensato che il Cavaliere al Quirinale sarebbe stato un’offesa al Patto Costituente, alla Magistratura, alla storia stessa del nostro Paese, si tramuterebbe in un pianto addolorato e drammatico. Un conto, infatti, era un exploit surreale e situazionista degno di Andy Warhol, un teatro dell’assurdo, segno dell’epoca moderna, un altro trovarsi rappresentati in Europa da Giorgia o Matteo (quello del Papeete). Qualche difficoltà il nostro Paese potrebbe manifestarla, visto che la prima è anche Presidente del Partito dei Conservatori e dei Riformisti europei, schieramento di estrema destra in collaborazione con gli spagnoli di Vox, i polacchi di Diritto e Giustizia e i bulgari del Movimento Nazionale Bulgaro, mentre il secondo è interno a Identità e democrazia, formato, appunto, dalla Lega con Marina Le Pen e Alternative für Deutschland. L’unico ad avere una posizione un po’ più sfumata è proprio il Cavaliere che vede iscritta la sua Forza Italia nel Partito Popolare Europeo come la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Ora, considerata la drammaticità del panorama, pensare a Silvio Presidente con Dudù sulle gambe a fare il discorso di fine anno, è quasi un’immagine soave e ancestrale, rispetto ad immaginarsi il duo sovranista, di cui sopra, alla Presidenza del Consiglio. Ad oggi quindi, possiamo solo sperare che Berlusconi non rimanga marginale all’interno di quello schieramento, ma possa in qualche modo bilanciare il peso di Giorgia e Matteo. Visto che l’immaginario è sempre quello teatrale, pop e surrealista, l’unico modo affinché questo possa avvenire sarebbe determinato da un travaso di voti dal Pd a Forza Italia. In fin dei conti, il Partito Democratico con la sinistra non ha più a che fare da molto tempo. Il Pd è il partito della responsabilità e del buon senso. E dunque “kafkianamente” non potrebbe far altro che sostenere silenziosamente l’ennesima ascesa del Cavaliere. Tutto perché non si è in grado di apprezzare l’arte post-moderna! (continua)
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