Partiti e politici

Se i #forzaEmma fossero voti

13 Gennaio 2015

Amatemi di meno, votatemi di più”. A Emma Bonino non sono mai mancati affetto, stima, simpatia. Sono mancati i voti. Lo ha sempre sottolineato lei stessa, forse anche con fastidio, o solo con incredulità.

Il Partito Radicale compie quest’anno 60 anni. Non è solo il partito italiano più antico; non è solo l’unico partito italiano nato, cresciuto e passato indenne dalla Prima Repubblica. È soprattutto l’unico partito, della Prima e della Seconda Repubblica, che ci ha lasciato in dote solo libertà, libertà non scalfibili.

Non c’è mai stato inganno nella battaglia culturale per il diritto all’aborto ed il diritto al divorzio. Le motivazioni profonde di quelle battaglie, i Radicali non hanno mai avuto alcun timore di presentarle a crudo, discuterle, sottoporle a critiche ed obiezioni. Le corna del marito andavano bene purché si mantenesse la rispettabilità formale del matrimonio, e andava bene pure l’aborto dal medico compiacente, purché nel riserbo cui hanno consuetudine i perbenisti. Sono stati capiti, i Radicali, pure nell’Italia bacchettona e arretrata degli Anni 70, perché l’ipocrisia non regge alla verità.

Ogni spazio di libertà conquistato all’ipocrisia della proibizione, è uno spazio sottratto all’oscurantismo. Siamo Charlie perché siamo liberi – ripetono adesso senza vergogna anche quelli che ritengono invece doveroso reprimere le consuetudini e i comportamenti personali considerati trasgressivi. Consuetudini e comportamenti come il consumo di droga che in realtà sono praticati comunque, come lo era d’altronde l’aborto: in clandestinità.

Di mercato del lavoro, pubblica amministrazione, sistema pensionistico, assetto proprietario pubblico e giustizia, i Radicali parlano da almeno un ventennio. Come di pena di morte e mutilazioni genitali femminili e libertà di ricerca scientifica ed eutanasia. E ne parlano, come al solito, mettendo in evidenza i fatti, ovvero l’ipocrisia tra intenzioni declamate e risultati conseguiti; tra predica e pratica politica.

È stato il consigliere radicale Riccardo Magi ad aver denunciato in consiglio la gestione dei campi Rom a Roma, prima ancora che venisse fuori l’inchiesta della magistratura. Ed è di oltre un lustro fa, per dire, la battaglia dei Radicali contro lo scandalo dei contributi silenti all’Inps – fenomeno che conveniamo tutti essere ai limiti del furto legalizzato. E va avanti da tempo anche l’impegno dei Radicali per impedire il mai interrotto saccheggio di risorse pubbliche da parte dei partiti. Non parliamo delle mele marce, dei compagni che sbagliano, ma proprio del sistema – che non è sbagliato, è solo ipocrita. Parliamo delle aziende a controllo pubblico che, a dispetto della propria inutilità onerosa, nessuno ha il coraggio di cancellare; della discrezionalità della decisione pubblica, della opacità dell’amministrazione, della irresponsabilità dello Stato o addirittura della sua prevaricazione sul cittadino. Parliamo di questo quando parliamo delle battaglie radicali.

Ecco, se invece di amarli e basta – i Radicali – li si fosse anche votati, questo ventennio non sarebbe stato sprecato. Non saremmo stati costretti ad assistere alla replica della tragedia nazionale che si fa farsa e poi torna tragedia – oltretutto con lo stesso squallido copione di sempre, tragedia o farsa che sia.

#ForzaEmma, dunque. E che la prossima volta chi ti ama, ti voti pure.

@kuliscioff

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