Partiti e politici
Sanna Marin e le altre: le donne stanno rompendo il tetto di cristallo
Parlare di donne che raggiungono ruoli apicali in politica fa ancora notizia. E infatti sono trascorsi pochi giorni da quando abbiamo sentito parlare del nuovo premier finlandese. In questo caso si vanno a scardinare un bel po’ di stereotipi, Sanna Marin non solo è donna, ma è giovane, è nata infatti nel 1985, inoltre è madre e ha vissuto con due madri. La sua è una storia normale ma che suscita ancora clamore in una società dove sembra strano riuscire a conciliare lavoro e maternità, dove i giovani o le donne che raggiungono ruoli importanti, vengono guardati con scetticismo. Inutile poi evidenziare lo stupore nell’apprendere che Sanna Marin è cresciuta con due donne. Intanto lei ha formato il suo governo, sarà un esecutivo di coalizione e anche gli altri partiti che ne fanno parte oltre al suo, il partito socialdemocratico, sono guidati da donne. Un’altra donna al vertice è Ursula von der Leyen, più volte ministro in Germania nei governi guidati da Angela Merkel e da pochi giorni formalmente in carica come presidente della Commissione europea, prima donna ovviamente a guidare questa istituzione. Anche a capo della Banca Centrale europea c’è per la prima volta una donna, si tratta di Christine Lagarde, che a sua volta era stata già la prima donna a ricoprire il ruolo di direttrice del Fondo Monetario Internazionale, aprendo la strada all’economista e politica bulgara Kristalina Georgieva.
Quelli fatti finora sono nomi di altissimo profilo e se ne potrebbero fare molti altri. La prima cosa su cui riflettere sarebbe il curriculum prestigioso, il percorso professionale e la competenza. Invece il primo aspetto che risalta agli occhi dell’opinione pubblica è il fatto che si tratta di donne. Le donne stanno rompendo il tetto di cristallo. Purtroppo non in tutti i Paese a donne e uomini è garantita parità di diritti. Non sempre si parte dalle stesse condizioni di partenza, perché, se in alcune regioni o aree è spesso il pregiudizio l’ostacolo, come quando non si vuole assumere una giovane donna sposata per il timore che vada presto in maternità, in altre zone sono proprio i diritti e le libertà a mancare. Basti pensare alle proteste delle donne cilene scese per strada a inizio mese nella capitale del Paese contro le violenze nei loro confronti in famiglia e nella società e contro il patriarcato.
Di Sanna Marin, Angela Merkel, Ursula von der Leyen ed altre, si dovrebbe parlare non sono per evidenziare che si tratta di donne, ma per sottolineare che si tratta di donne che possono aprire la strada ad altre donne, che possono diventare un modello. La strada da percorrere è lunga, più lunga in alcuni Paesi rispetto ad altri ma è tracciata e se ne stanno rendendo conto anche gli uomini. Non tutti si sentono minacciati da questo protagonismo femminile. Almeno non Barack Obama. “Il mondo sarebbe un posto migliore se più donne fossero al comando”. L’ex inquilino della Casa Bianca era a un evento privato a Singapore ma sono trapelate alcune dichiarazioni, riportate tra gli altri da Npr, come ad esempio che con una maggiore presenza femminile, ci sarebbero meno guerre, più cura nei confronti dei più piccoli e ci sarebbe un miglioramento delle condizioni di vita. Obama avrebbe anche detto che servono leader in grado di comprendere la complessità delle questioni, mentre spesso i politici dimostrano insicurezza e tendono a semplificare tutto. Inoltre uno dei migliori indicatori per capire se un Paese è sviluppato o meno, è vedere come educa e tratta le donne che vi vivono. Sono questi i concetti che avrebbe spiegato Obama. Sono parole condivisibili che a molti potrebbero sembrare anche scontate, eppure c’è ancora bisogno di ascoltarle. Almeno fino a che il patriarcato non sarà completamente abbattuto
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