Partiti e politici
Salvini, un dispensatore di risate amare
Ieri, ho assistito per la prima volta, ad Agropoli, centro marittimo della costa cilentana, a un evento dove Matteo Salvini, leader della Lega, incontra il suo pubblico. Ne avevo contezza, certo, ma ascoltarlo e osservare i suoi accoliti in una dimensione realistica è un’esperienza dove curiosità, ilarità e un’attonita meraviglia si mischiano in una girandola si sensazioni, che, alla fine, portano ad avere la netta percezione di aver partecipato a qualcosa di divertente. Magari si ride amaramente, però si ride! Salvini, versione politica di una comicità sintomatica alla Pierrot? Nemmeno per sogno! Si può ridere amaramente del “capitano” non perché richiami i sani contenuti relativi alla tristezza esistenziale della famosa maschera cinquecentesca, ma per i suoi proclami urlati senza freni inibitori, le sue impermalite frasi estemporanee in risposta ai suoi contestatori, il suo repertorio ideologico chiuso, limitatissimo, povero. Egli dà, grosso modo, l’idea di una persona impulsiva e incauta, del tutto incurante dell’effetto che le sue parole possono provocare in chi lo ascolta con spirito equanime.
Nessuno si aspetta, a un comizio di Salvini, di apprezzare finezze di stile che racchiudano propositi da statista, e di sentir parlare, appunto, di programmi economici chiari e avveduti, o politiche sociali rivitalizzanti. Ma ascoltare di persona ciò che va ripetendo da anni, come un disco stonato e usurato, procura all’istante un certo stupore, che, una volta passato a una veloce ed elementare analisi sollecita la più istintiva e immediata delle risate sarcastiche. In un luogo come il Cilento, dotato di bellezze naturali impareggiabili ed eccellenze agricole di prim’ordine che potrebbero generare un’economia dai risvolti interessanti, sì da ridimensionare significativamente il dato statistico della disoccupazione, il leghista ha ricantato, senza provare imbarazzo, il motivo sugli immigrati: “Facile essere generosi nei confronti di questa gente con i soldi degli altri! Ospitateli in casa vostra!” Poi, il refrain: “Prima i campani!” E, nell’intermezzo: “Se non volete ascoltarmi andate a farvi un bagno!”
Per la cronaca, i contestatori del monotono e monotematico leader erano circa il doppio dei sostenitori salviniani (come si può vedere in diversi video che riprendono l’evento), e hanno cantato slogan ironici ed esibito striscioni pungenti. Naturalmente l’irriverenza, quella legittima, che non trapassa i limiti del consentito, ha caratterizzato, come da protocollo, l’azione del “Cilento che non si lega”. Mentre, il condottiero della destra italiana, dopo dieci minuti di un comizio sconcertante per la sua assenza di varietà, ha fatto selfie con i suoi fans (molto meno di cento persone) per circa un’ora. Come a dire: selfie, non parole!
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