Partiti e politici
Salvini, se ha così voglia di amministrare in Lombardia, si candidi a Milano
Al senatore Salvini, evidentemente, il lavoro di senatore va stretto. Non si spiegherebbe altrimenti l’intervento a gamba tesa sulla decisione di Attilio Fontana, peraltro ampiamente concordata con i sindaci lombardi e già condivisa con il ministro Speranza, per frenare l’ordinanza lombarda sul divieto – diciamocelo pure: abbastanza light e del tutto sopportabile – di circolazione e commercio durante le ore notturne.
Da un’accurata ricostruzione pubblicata sul Corriere della Sera, appendiamo che il senatore Salvini ha picchiato i pugni sul tavolo perché Fontana frenasse, ammorbidisse, smussasse. Troppi divieti, secondo il senatore Salvini, che evidentemente in questo tempo di pausa forzata della vita parlamentare ha voglia di amministrazione locale, e di stare in prima linea.
La favoletta, non proprio edificante, ci dice alcune cose. Intanto, che il rispetto per gli elettori e per gli eletti è quello che è. Chi ha votato Fontana ha votato Fontana. Nonostante i mesi difficili, i gravi errori e ritardi dei mesi scorsi, sarebbe giusto, istituzionalmente, che continuasse a decidere chi legittimamente amministra la Lombardia, almeno fino a quando lo fa. Oppure Salvini non lo ritiene (più) all’altezza? Nel qual caso, però, dovrebbe assumersi la responsabilità politica di una crisi di giunta.
Se invece – come temiamo – il movente è l’ansia da scomparsa, e prova a giocare sull’unico campo sul quale tocca la palla – quello Lombardo: proprio grazie alla debolezza e sottomissione del presidente Fontana – ci sentiamo di dare un consiglio al senatore e concittadino Matteo Salvini: in Lombardia la gente ha ancora molta paura, e un ricordo freschissimo della tragedia primaverile. Eviti di credere alla rilevanza del malumore di pochi commercianti e di qualche ragazzo che ha voglia di nottate, e rifletta con attenzione prima di intestarsi la battaglia contro misure (blande) di contenimento.
Infine, e da ultimo, se davvero ha voglia di giocare a mani nude contro la pandemia e contro o devastanti effetti economici e sociali che lascerà, come ama dire anche lui, “ci metta la faccia”. Magari a Milano. Ci spieghi come immagina la nostra città nel futuro, dopo la rovinosa caduta. Provi a vincere e poi governi. Oppure, faccia il senatore e lasci governare chi la faccia ce l’ha messa davvero, prima di lui.
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