Partiti e politici
Salvini piace (quasi) a tutti
Non è evidentemente un mistero il fatto che, se la Lega appare in gran spolvero nelle odierne tendenze di voto (per ora solo virtuali, ma fra un mesetto anche reali), il principale merito sia da attribuire al suo indiscusso leader. Matteo Salvini, secondo le analisi demoscopiche degli ultimi mesi, è accreditato di un livello di gradimento prossimo al 50% di tutto l’elettorato (come ha puntualizzato oggi Pagnoncelli sul Corsera), che supera addirittura il 60% tra i non-astensionisti.
Quasi un plebiscito. Considerato che la Lega gira attorno al 35% dei voti validi, questo dato significa semplicemente che il suo segretario viene giudicato positivamente anche da almeno un buon 25% di elettori che non lo votano. Difficile riscontrare un livello di consenso così elevato negli anni del nuovo millennio, fatta la ovvia eccezione dell’altro Matteo che, proprio cinque anni fa, in concomitanza con le scorse europee, si attestava su valori molto simili a questi. Ma, al contrario di quel che accadrà al suo omonimo leghista, il successo di Renzi non era destinato a durare.
Le ragioni di questa capacità di Salvini di piacere a tanti sono state ben descritte e analizzate dal recente saggio curato da Diamanti e Pregliasco (“Fenomeno Salvini”), capacità che è così efficace da coinvolgere, appunto, anche quote considerevoli di elettori “nemici”, o “nemici-amici” come nel caso dei 5 stelle: lo valuta positivamente dunque quasi il 70% dei pentastellati e degli altri elettori di centro-destra, ma anche poco meno del 30% degli italiani che si dichiarano di sinistra o di centro-sinistra, oltre che il 40% di indecisi sul voto.
Rispetto alle caratteristiche socio-demografiche dei votanti, Salvini ottiene il massimo dei consensi tra gli uomini, nelle classi di età più centrali (30-65 anni), nei comuni sotto ai 100mila abitanti, nei titoli di studio medi o medio-alti, tra gli operai (72 per cento!), i lavoratori autonomi e coloro che lavorano nel settore privato. Il suo apprezzamento è poi generalizzato in tutte le aree territoriali del paese, con l’unica parziale eccezioni delle antiche “regioni rosse”.
Gli unici segmenti della popolazione dove il leader leghista è meno apprezzato, ma resta comunque su livelli di fiducia superiori al 40%, sono nell’ordine: i laureati, gli studenti e più in generale i giovani, gli ultra-65enni, gli abitanti delle grandi città e, come ho detto, i residenti del centro-nord. Tendenzialmente, sono questi ultimi i settori dove il Partito Democratico riesce ancora ad ottenere un buon consenso e che, almeno per il momento, non subiscono del tutto il fascino salviniano.
Fino a quando?
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