Partiti e politici
Salvini, lo sai che anche i leghisti votarono per l’abolizione della naja?
“Penso che in Italia occorra riportare un po’ di ordine, disciplina e rispetto, soprattutto per chi indossa una divisa. E se bisogna ipotizzare di reintrodurre il servizio civile o il servizio militare obbligatorio, allora introduciamolo per insegnare a qualche ragazzo come si rispetta il prossimo”. Ad affermarlo è il leader della Lega Nord Matteo Salvini che spogliatosi di “felpa-slogan” e indossati i panni del finto poliziotto, ha partecipato alla protesta delle forze dell’ordine in piazza Montecitorio, davanti alla Camera, a Roma. Una manifestazione, quella delle forza dell’ordine, organizzata dal Sappe e da altri sindacati per il rinnovo del contratto di lavoro.
Salvini non è la prima volta che manifesta la sua solidarietà a chi veste la divisa dello Stato, dichiarandosi peraltro contrario anche all’introduzione del reato di tortura, e aveva già puntualizzato attraverso la sua affollatissima pagina Facebook che “la Lega sta preparando una proposta di legge per reintrodurre il servizio civile e militare obbligatorio per i maggiorenni. Rispetto per il prossimo, spirito di sacrificio, generosità”.
Ma non è che il segretario della Lega ha la memoria corta? Proprio nel 2000, come ci ricordano due articoli di Corriere e Repubblica, infatti, fu anche il suo partito a votare in favore della sospensione del servizio militare obbligatorio, nonostante desiderasse un esercito su base federale.
Con 396 voti favorevoli arrivati da maggioranza e opposizione, 12 no (da parte di Rifondazione comunista) e 21 astenuti (Verdi e Pdci), la Camera ha approvato ieri il provvedimento che abolisce la leva obbligatoria e istituisce l’ esercito professionale, aperto anche alle donne.
Dopo il via libera della Camera arriva oggi quello del Senato che ha approvato la legge che abolisce (meglio sospende) il servizio militare obbligatorio. Il testo è stato votato dall’aula con il solo “no” di Rifondazione Comunista e l’astensione dei Verdi e del Pdci.
Salvini all’epoca non sedeva in Parlamento, ma era pur sempre il segretario del suo partito in quel di Milano. E in effetti oggi ha proprio ragione: chi votò contro la leva obbligatoria era contrario all’ordine, alla disciplina e al rispetto per il prossimo. A vedere come finì la sua Lega, tra ruberie, denunce e inchieste, un po’ più di rigore non sarebbe per nulla guastato.
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