Partiti e politici
Salvini che abbraccia un ulivo
Non si dovrebbe parlare delle cose stupide che girano in rete. Si spande, così, la stupidità.
Oggi però ho visto un video di Salvini che spunta dal tronco di un ulivo secolare in Umbria e sono come rimasto ipnotizzato da un così profondo senso di superficiale nulla. Se fosse Stato Luca Sardella a fare questa cosa, con quel suo cappellino naif, avremmo riso un po’ e gli avremmo appioppato qualche epiteto d’uso in questi casi. Sapendo, in fondo, che si trattava della performance un po’ beota di un travet dell’avanspettacolo. Innocuo, insomma.
Ma qui no. Parliamo di uno che si candida a guidare il Paese (e che quando di fatto lo guidava ha mollato il volante in curva). In questo caso sarebbe innocuo se lo si trattasse come si trattava il povero Sardella: con un’alzata di spalle e una paternalistica compassione. No, qui no: si pensa che questo sia ancora buono a salvare l’Italia.
Il video è un condensato trash davvero notevole. Parte con una ripresa di questo troncone d’ulivo da cui prima sbuca il profilo di un cranio che crea nello spettatore l’illusione di un “BÚ” urlato per farci sobbalzare. Ma l’effetto sorpresa divertente cessa quando tra i due ceppi del tronco spunta fuori la pasciuta massa salviniana, agghindata con un piumino a salsicciotti senza maniche (l’epoca delle felpe è forse per fortuna finita) che con la parlata borbogliante e affannata che lo caratterizza ci spiega che non ci sta parlando di botanica, ma di “storia”.
Con quel suo gesticolare disarticolato – quando muove le mani ha i mignoli che vanno immancabilmente per conto loro rispetto alle altre dita, fateci caso – ci racconta di questa pianta di 1.700 anni a cui fu attaccato il cappio per l’impiccagione e successiva decapitazione di un santo, buttando lì una battuta – triste quanto la tristezza che immagino provi l’ulivo a vedersi decantato da Salvini – sul fatto che probabilmente qualche “sinistro” possa immaginare una fine simile per lui (cercando così di scatenare un po’ di odio social per poi piagnucolare in caso ciò si dovesse avverare).
Ma il fondo del fondo dell’assenza di qualsiasi senso di vergogna lo si ha nel finale, quando Salvini cerca di abbracciare l’ulivo: un altro tramonto della decenza, condita con un impaccio fisico sconcertante.
Insomma, Salvini pare abbia scoperto oggi l’Umbria, i suoi salumi, i suoi vini, i suoi santi e i suoi ulivi. Ma l’Umbria c’è sempre stata; è Salvini che non l’aveva forse ancora vista. Ma va da sé che resto abbastanza colpito nel vedere quale sia il livello di abiezione a cui, coi social network, è arrivata la caccia del consenso. Mettersi ad abbracciare un albero o a farsi quasi baciare (in un altro tweet) da un cane.
Il dramma non è Salvini, che ormai pare una specie di giullare cross-mediale buono per tutti e per tutto; il problema è chi, nonostante queste pagliacciate (e le cose più serie che quest’uomo mette in campo) pensa ancora che abbia la stoffa “per governare”.
Io a Salvini suggerirei di fare l’olio; anche se, in fondo, se dovesse mettersi a farlo davvero, ci troveremmo a condire le bruschette con la sansa.
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