Clima
Salvini al Fridays for future
A nessuna delle manifestazioni del Fridays for future Salvini ha partecipato.
Eppure il suo nome è stato evocato spesso dai ragazzi e dai partecipanti.
Accompagnato da una selva di fischi e di sbeffeggi.
Salvini e soci potrebbero riflettere su questa piega delle cose: sarebbe grave per la Lega se questi episodi rivelassero una frattura generazionale tra questo partito e i giovani affascinati dalla causa ambientale.
Sulla pagina facebook di Salvini, il vero house organ del partito, non è comparsa una riga o un accenno al Fridays for future.
Il capitano impegnato nei bagni di folla della campagna elettorale in Umbria, tra distribuzioni di merendine, invettive contro gli sbarchi, Monti, Conte e l’Europa, non ha trovato una parola per la crisi climatica.
Un unico accenno il 27 settembre con il consueto refrain autarchico:”Comprare, mangiare e bere ITALIANO fa bene alla salute, al lavoro e all’ambiente”.
Le pagine facebook di molti sostenitori della Lega si sono riempite di invettive contro Greta e i suoi seguaci.
Alle ultime elezioni europee per l’argomento “ambiente e clima”, nel programma della Lega, non vi era nemmeno una riga.
Lo studio CAN (Clima Action Network) ha studiato i programmi dei partiti e ha collocato la Lega tra i “dinosauri”.
Per altro io credo esista una vera e propria idiosincrasia tra ambiente e programmi leghisti.
Nulla di più della crisi climatica e ambientale richiede di essere affrontata in termini di solidarietà e accordi internazionali.
L’esatto opposto di nazionalismi in salsa sovranista al grido di “prima gli italiani”.
Già il compianto profeta dell’ambientalismo pacifista Alex Langer agli inizi degli anni 90 indicava la rotta: «la situazione di minaccia ecologica globale mette tutti in una nuova condizione, nella quale “ecologismo” e “altruismo” tendono maggiormente a coincidere: il “nessuno può salvarsi da solo” è diventato più vero e più verificabile, la globale interdipendenza si tocca immediatamente con mano e quanto fin ora poteva apparire il postulato dei “movimenti della generosità” diventa sempre più esigenza di comune buon senso e di sana autoconservazione».
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