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Reddito di cittadinanza: ecco chi sono e dove stanno i primi furbetti (o polli)

6 Febbraio 2020

Raccoglitori di olive nel Cosentino. Volontari di una onlus di ambulanze a Palermo. Smemorati che dimenticavano di possedere immobili e quote societarie a Frosinone. Un disinvolto pusher di cocaina in Porsche da 60mila euro a Siracusa. Un gruppetto di separati per finta che omettevano i redditi del coniuge a Bergamo. Un pakistano poi risultato trasferito a Londra da sei mesi. Persino due viticoltori all’isola d’Elba.
Da Nord a Sud i “furbetti del reddito di cittadinanza”, cioè coloro che intascano il sostegno economico introdotto nel 2019 (e confermato per il 2020) pur non avendone diritto, coprono un’ampia gamma di situazioni e professioni. Gran parte delle quali, ovviamente, svolte in nero – circostanza che pure sarebbe causa di decadenza dal beneficio: pizzaioli, camerieri, baristi, panettieri, gestori di bed & breakfast, operai, magazzinieri, “bibitari” allo stadio, parrucchieri, muratori, addetti di autolavaggi, venditori di magliette fuori dai concerti o di gadget nei pressi della frequentatissima Reggia di Caserta, estetiste, buttafuori di discoteche, fotografi di matrimoni… Ma a prendersi la “paghetta di Stato” sono anche (presunti) criminali: truffatori, narcotrafficanti, camorristi. Dieci contrabbandieri di tabacco scoperti da un’operazione delle Fiamme gialle coordinata dalla Dia a Caserta, un sospetto ‘ndranghetista calabrese traslocato a Genova, sei nuclei familiari coinvolti in un blitz tra Campania e Lazio, cinque affiliati a una cosca di Rosarno.

Sono una quarantina le operazioni svolte dalla Guardia di Finanza tra il secondo semestre dell’anno scorso e l’inizio di questo, con oltre 200 persone segnalate all’Inps per la revoca del diritto (salvo azioni penali in caso di reati), con un danno accertato per l’erario che sfiora il milione di euro.

Il catalogo è ampio e geograficamente trasversale, né la propensione a sbarcare acrobaticamente il lunario rappresenta una novità nel nostro paese. Eppure la legge parla chiaro: oltre a rigidi limiti per reddito e patrimonio familiare, nonché criteri legati alla perdita del posto di lavoro di uno o più componenti, all’ottenimento della card ostano precedenti penali e indagini o processi in corso. False dichiarazioni sono punite con la reclusione da due o sei anni.

Uno scenario che, a quanto pare, lascia indifferenti anche persone insospettabili.  A Trapani i militari delle Fiamme Gialle hanno scoperto una pasticceria abusiva, il cui titolare percepiva 700 euro mensili come reddito di cittadinanza. A Monza la moglie del presidente di un’associazione sportiva dilettantistica – nel mirino per evasione fiscale – dovrà restituire 13mila euro. Un’insospettabile casalinga di Agropoli, oltre a percepire la pensione della mamma morta nel 2013, arrotondava con 260 euro mensili. Scovata a Torino una badante 50enne, così poco disoccupata da aver guadagnato 140mila euro negli ultimi quattro anni. Un blitz lombardo ha colpito 16 venditori di merchandising fuori dal Forum di Assago, anche loro indebiti percettori della card. A Cosenza 41 casi e l’idea delle “residenze di comodo”: trasferimenti fittizi di indirizzo da parte di un familiare in modo da abbassare l’Isee complessivo, giochetto che fruttava fino a 900 euro al mese.

Sui giornali è finita invece l’operazione “Scacco alla Regina, nel quartiere-fortino della droga Ciampa di Cavallo a Lamezia terme: su 19 arrestati, 8 percepivano il reddito di cittadinanza. A Frosinone denunciati in 37, così distratti da omettere case, automobili, negozi e partecipazioni societarie.

Furbetti o piuttosto polli, visto come è andata a finire? Per capirlo bisognerà aspettare un quadro dei dati a livello nazionale, che ancora non esiste. Solo così sarà chiara l’incidenza delle truffe rispetto all’efficacia della misura economica. Finora, le verifiche sono state prevalentemente empiriche, magari casuali durante indagini per altri (più gravi) reati. La guardia di Finanza sta lavorando anche sulle verifiche incrociate, accedendo ai dati dei contribuenti grazie ai molteplici poteri di cui oggi dispone l’amministrazione finanziaria. Resta però un macro-problema: tutto il sommerso, affidato ex ante alle (improbabili) auto-certificazioni ed ex post alle sanzioni per chi viene beccato.

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