Partiti e politici

Radio Taxi Verdini 3570

2 Ottobre 2015

Tragedie umanitarie: asilo politico per Verdini e gli altri profughi di Forza Italia

C’è chi parla di interventi umanitari veri, c’è chi lo pratica in “modalità politica”. Ecco perché, di questi tempi, urge un intervento umanitario per quei gruppi parlamentari del Senato.

I tanti senatori di centrodestra (e non solo) bussano con amore alle porte del gruppo PD, quelli che sfuggono alla fine del berlusconismo e chiedono solo una parola di conforto e un seggio senatoriale.

Ma non sono soli e abbandonati perché c’è sempre quel partito del buon samaritano che accoglie (tutti) a braccia aperte, senza alcun rigurgito politico (come scrivevo qui, cliccate). Taluni hanno percorso faticosamente alcuni corridoi aperti, altri si sono precipitati direttamente alla porta di ingresso del gruppo, dichiarandosi democratici e anticomunisti da sempre, persino da prima che il comunismo prendesse forma.

Quanto sta avve­nendo pro­prio in que­ste set­ti­mane nel Pd ne è un esem­pio pla­stico. Il par­tito di Renzi non è sol­tanto una forza attrat­tiva per feno­meni tra­sfor­mi­stici clas­sici (di affluenza di forze par­la­men­tari dall’esterno). È anche sede di dina­mi­che tra­sfor­mi­sti­che interne, influenti sulla dia­let­tica tra le sue componenti.

In quest’ottica va letto il con­fluire (con­cla­mato o sur­ret­ti­zio) delle diverse anime dell’opposizione “di sini­stra” nella mag­gio­ranza ren­ziana, inau­gu­rato mesi addie­tro dalla coop­ta­zione in ruoli diri­genti di molti ex “gio­vani tur­chi” e ber­sa­niani, e coro­nato, da ultimo, dalla sostan­ziale paci­fi­ca­zione interna suc­ces­siva all’elezione del nuovo pre­si­dente della Repubblica (come scrivevo qui, cliccate).

È dun­que un fatto: anche ai giorni nostri il tra­sfor­mi­smo si con­ferma effi­ciente stru­mento di costru­zione di mag­gio­ranze che immu­niz­zano i governi dalla dia­let­tica par­la­men­tare, via via degra­data a “potere di veto dei par­ti­tini”, a “minac­cia per la gover­na­bi­lità”, a ”sabo­tag­gio a opera di frenatori”.

Come in pas­sato, il tra­sfor­mi­smo è uno dei prin­ci­pali mezzi di governo e di con­trollo delle aule par­la­men­tari. E anche da que­sto punto di vista il demo­cra­tico Renzi appare in linea col peg­gio, repli­cando il diretto pre­ce­dente dell’ultimo governo Ber­lu­sconi, tenuto in vita dal mani­polo dei suoi “responsabili”.

Rispetto la loro discussione e penso che ognuno possa (debba!) fare le proprie scelte, però mi chiedo come si possa immaginare che alle prossime elezioni amministrative i più indignati sotto il profilo politico si alleino con le ragioni della loro indignazione (come scrivevo qui, cliccate).

Infine la ragione più profonda e non tattica: se abbiamo ragioni così diverse da quelle del Pd, tanto da scandalizzarci, ci possiamo alleare con chi le sostiene? Oppure crediamo ancora che il Pd in realtà non sia quello che vediamo, come se il governo fosse una fata morgana?

E ancora: se dichiariamo che il centrosinistra non esiste più, perché qualcuno lo ha devastato (dal 2013 e qualcuno sostiene addirittura anche da prima), perché dobbiamo insistere nel realizzarlo?

Nota: il perchè del “Radio Taxi Verdini” lo trovate qui, in questo articolo pubblicato su Repubblica: cliccate qui

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