Partiti e politici
Radio Taxi Verdini 3570
Tragedie umanitarie: asilo politico per Verdini e gli altri profughi di Forza Italia
C’è chi parla di interventi umanitari veri, c’è chi lo pratica in “modalità politica”. Ecco perché, di questi tempi, urge un intervento umanitario per quei gruppi parlamentari del Senato.
I tanti senatori di centrodestra (e non solo) bussano con amore alle porte del gruppo PD, quelli che sfuggono alla fine del berlusconismo e chiedono solo una parola di conforto e un seggio senatoriale.
Ma non sono soli e abbandonati perché c’è sempre quel partito del buon samaritano che accoglie (tutti) a braccia aperte, senza alcun rigurgito politico (come scrivevo qui, cliccate). Taluni hanno percorso faticosamente alcuni corridoi aperti, altri si sono precipitati direttamente alla porta di ingresso del gruppo, dichiarandosi democratici e anticomunisti da sempre, persino da prima che il comunismo prendesse forma.
Quanto sta avvenendo proprio in queste settimane nel Pd ne è un esempio plastico. Il partito di Renzi non è soltanto una forza attrattiva per fenomeni trasformistici classici (di affluenza di forze parlamentari dall’esterno). È anche sede di dinamiche trasformistiche interne, influenti sulla dialettica tra le sue componenti.
In quest’ottica va letto il confluire (conclamato o surrettizio) delle diverse anime dell’opposizione “di sinistra” nella maggioranza renziana, inaugurato mesi addietro dalla cooptazione in ruoli dirigenti di molti ex “giovani turchi” e bersaniani, e coronato, da ultimo, dalla sostanziale pacificazione interna successiva all’elezione del nuovo presidente della Repubblica (come scrivevo qui, cliccate).
È dunque un fatto: anche ai giorni nostri il trasformismo si conferma efficiente strumento di costruzione di maggioranze che immunizzano i governi dalla dialettica parlamentare, via via degradata a “potere di veto dei partitini”, a “minaccia per la governabilità”, a ”sabotaggio a opera di frenatori”.
Come in passato, il trasformismo è uno dei principali mezzi di governo e di controllo delle aule parlamentari. E anche da questo punto di vista il democratico Renzi appare in linea col peggio, replicando il diretto precedente dell’ultimo governo Berlusconi, tenuto in vita dal manipolo dei suoi “responsabili”.
Rispetto la loro discussione e penso che ognuno possa (debba!) fare le proprie scelte, però mi chiedo come si possa immaginare che alle prossime elezioni amministrative i più indignati sotto il profilo politico si alleino con le ragioni della loro indignazione (come scrivevo qui, cliccate).
Infine la ragione più profonda e non tattica: se abbiamo ragioni così diverse da quelle del Pd, tanto da scandalizzarci, ci possiamo alleare con chi le sostiene? Oppure crediamo ancora che il Pd in realtà non sia quello che vediamo, come se il governo fosse una fata morgana?
E ancora: se dichiariamo che il centrosinistra non esiste più, perché qualcuno lo ha devastato (dal 2013 e qualcuno sostiene addirittura anche da prima), perché dobbiamo insistere nel realizzarlo?
Nota: il perchè del “Radio Taxi Verdini” lo trovate qui, in questo articolo pubblicato su Repubblica: cliccate qui
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