Partiti e politici

Quello che abbracciate è Pannella, che vi accusa (anche adesso) di essere regime

15 Marzo 2016

C’è qualche cosa che stride tra le incessanti viste dei potenti di oggi e di domani e quelli di ieri, e l’essenza più profonda della lunga azione politica di Marco Pannella. Fa una certa sensazione, strana, diremmo dissonante vedere il corpo del vecchio leader iconizzato, visitato, abbracciato, esibito in fotografie che necessariamente sconfinano nella propaganda.  Legittima, tanto più che quel vecchissimo volpone di Pannella ne sa quanto basta per aver deciso scientemente, ancora una volta, di prestare il suo corpo e la sua immagine a una storia pubblica di testimonianza politica estrema che non si è mai negata al narcisisimo, e anzi di esso si è servita. Lui è così, prendere o lasciare, e per quel che mi riguarda ho sempre deciso di prendere, né cambierò idea questa volta.

Nemmeno cambierò idea questa volta, a maggior ragione, su uno dei messaggi di fondo più forti, perduranti, strutturali, del pensiero e dell’azione di Marco Pannella. L’Italia è soffocata da un regime partitocratico e conformista, che consegna sistematicamente le chiavi dell’informazione e del pensiero a chi comanda, dai vertici Rai in giù. Testualmente, il Pannella pensiero: «Mi chiedo come avremmo potuto discutere su un referendum o, quando sarà, come discuteremo di elezioni politiche, se ad esempio tutta l’informazione Rai è sempre perfettamente schierata sull’ipotesi preferita da chi guida i partiti dall’interno del governo. Ecco, credo che il primo passo sia quello di interferire con questo regime».

Quando lo ha detto? Decenni fa parlando di De Mita e Andreotti? O a fine anni Novanta mentre D’Alema and Berlusconi inciuciavano intorno alla bicamerale? O negli anni ruggenti di Silvio, quando il duopolio prometteva un’inquietante fusione delle coscienze? Anche, lo avrà detto anche allora, sicuramente. Ma questa frase è di questi giorni, per la precisione del 10 Marzo, raccolta da Fabrizio Roncone in un’intervista pubblicata su Io Donna. Un’intervista breve e chiara, contemporanea dei selfie e delle processioni tanto celebrate. Segno che Pannella gioca e rilancia, ma selfie e malattia non lo hanno rincoglionito. Se guardiamo i selfie e ci dimentichiamo l’intervista, invece, i rincoglioniti siamo noi.

 

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pannella letta berlusconi

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